I terminal portuali italiani anche nel 2019 stanno continuando a guadagnare quote di mercato rispetto ai concorrenti europei e in particolare del Northern Range. Lo affermano le statistiche presentate ai convegni di Bilog a La Spezia da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno e da Contship Italia ma lo confermano anche i dati dell'ultima nota congiunturale di Confetra. La tendenza è in atto già da alcuni anni e dice che l'Italia ha quasi completamente perso i porti di puro transhipment (fatta eccezione per Gioia Tauro con Msc) ma sta vedendo aumentare i traffici di import/export negli scali gateway in un contesto di mercato con crescita zero a livello nazionale. Ciò lascerebbe presupporre che i porti italiani o stanno acquisendo nuovi traffici oltreconfine o si stanno reimpossessando di container con origine/destinazione la pianura Padana ma che transitavano dalle banchine del Nord Europa.
L'ultima nota congiunturale di Confetra relativa ai primi sei mesi del 2019 ha mostrato numeri incoraggianti per quanto riguarda i container movimentati nei porti di destinazione finale (dato depurato dal transhipment): rispetto allo stesso periodo del 2018 Genova ha fatto segnare un +1,2%, La Spezia +1,7%, Napoli +27,9%, Trieste +16,7%, Ancona +10% e Cagliari +19,2%. Crescita negativa nel semestre solo per Venezia (-1,8%), Salerno (-10,2%) mentre risulta stabile Ravenna (-0,3%). Le statistiche presentate da Daniele Testi, marketing manager di Contship Italia, a Bilog dicono che i porti gateway italiani in generale sono cresciuti come movimentazioni container a un tasso medio annuo del 3% fra il 2017 e il 2018.
Genova e Spezia, che da sole valgono più del 50% del mercato nazionale, hanno fatto registrare nel decennio un +3% medio annuo mentre Venezia e Trieste addirittura un +8% ogni anno in media. I porti del Nord Italia con 5,7 milioni di teu controllano il 71% del mercato nazionale (a fronte di un Pil generato del 56%), quelli del Centro Italia movimentato il 12% dei container in import-export (900mila teu) mentre gli scali del sud un 17% (1,3 milioni di teu). Il mercato servito dal range portuale del Nord Tirreno (Genova e La Spezia) è quasi esclusivamente quello nazionale dal momento che meno dell'1% dei container movimentati, pari a circa 30mila teu, ha origine o destinazione fuori confine. Questa percentuale sale al 18%, pari in valore assoluto a circa 300mila teu, per il porto di Trieste grazie a 36 treni blocco settimanali.
Con l'ingresso sul mercato nei prossimi anni di nuova capacità portuale in Liguria e in Toscana (si pensi a Vado Ligure, agli ampliamenti in corso a Genova, a La Spezia e fra qualche anno con la Piattaforma Europa di Livorno) si assisterà, secondo Testi, a uno spostamento di volumi fra porti dello stessa regione. "A meno che davvero non si riesca a conquistare nuovi traffici nei mercati contendibili del Centro Europa", ha sottolineato il marketing manager di Contship. "La vera sfida per i prossimi anni sarà quella se non si vuole rischiare una guerra fra poveri". Gioca a favore degli scali italiani sia lo sviluppo infrastrutturale dei prossimi anni, con le aperture dei tunnel ferroviari del Gottardo e del Brennero, sia la convenienza dei terminal portuali nostrani in termini di tariffe. I terminal handling charge, vale a dire il costo per le compagnie a movimentare i container in imbarco e sbarco dalle navi, a La Spezia e a Genova sono significativamente meno costose rispetto al Nord Europa (fino al 22% in meno rispetto ad Amburgo, il 13% in meno rispetto a Rotterdam e il 3% in meno rispetto ad Anversa).
Sulla stessa linea anche l'intervento di Alessandro Panaro, analista di mercato di Srm, che nella sua relazione ha evidenziato come i porti italiani fra il 2008 e il 2018 abbiano visto salire la propria quota di mercato dal 6 al 8% in Europa, in un contesto dove il Mediterraneo in generale cresce a ritmi più elevati (il market share è passato dal 36 al 41%) rispetto agli scali affacciati sul Mare del Nord. Interessante notare, infine, che molti porti italiani la sfida del gigantismo navale l'hanno saputa cogliere perché Gioia Tauro oggi ha già accolto navi portacontainer di capacità fino a 19.224 teu, a Genova e La Spezia sono arrivate navi rispettivamente da 16.652 e 17.816 teu, Napoli, Livorno e Civitavecchia possono ricevere portacontainer fino a 9.400 teu mentre in Nord Adriatico la ricettività di Venezia si limita alle navi da 7.000 teu e Trieste arriva alle 13.500 teu. Nel resto del Mediterraneo hub come Port Said, Pireo e Tanger Med hano accolto già portacontainer da 21.413 teu, Algeciras 20.954 teu mentre Valencia e Barcellona sono arrivate fino a 19.462 teu.
Nicola Capuzzo
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