Nel 2013, la Martinelli Trasporti aveva chiesto il concordato preventivo in continuità aziendale e la cassa integrazione per i 119 dipendenti, fino a ottobre dell'anno successivo. Nel 2014, l'azienda annunciò cinquanta licenziamenti e il trasferimento degli altri dipendenti a una nuova società. In seguito, l'Inps revocò la cassa integrazione, sostenendo che l'azienda trentina faceva viaggiare i suoi camion usando autisti rumeni acquisiti tramite un'agenzia interinale.
Una procedura che avviò due procedimenti, uno civile e uno penale. Il primo è stato promosso da sette dipendenti, che nel novembre 2015 hanno ottenuto dal Giudice del Lavoro il pagamento della differenza tra l'importo della cassa integrazione e lo stipendio pieno. Più grave per il titolare dell'azienda, Tullio Martinelli, il procedimento penale avviato per truffa ai danni dell'Inps.
L'8 giugno 2016 il Tribunale Penale di Trento ha emesso una sentenza, pubblicata il 22 giugno, che condanna l'imprenditore a otto mesi, più il pagamento delle spese processuali. Il motivo è l'uso, durante il periodo di cassa integrazione, di alcuni autisti rumeni tramite un'agenzia interinale. Questi conducenti svolgevano mansioni e orari dei colleghi italiani in cassa integrazione, ma lavoravano con un contratto rumeno, quindi senza pagare contributi e avere benefici come la tredicesima e il Tfr. Tutto ciò è avvenuto senza alcuna comunicazione all'Inps, ma solo segnando i nomi dei distaccati nel libro unico del lavoro aziendale.
La vicenda è stata scoperta dopo le denunce del Sindacato Intercategoriale di Base e controlli su strada della Polizia Stradale. Dopo l'ammissione al concordato, parte dei dipendenti e degli asset sono stati trasferiti alla MT Spedizioni, che sul sito web afferma di nascere "da un'esperienza più che quarantennale che prima era di Martinelli Trasporti sas, azienda molto conosciuta nel settore, e specializzata nel trasporto di liquidi alimentari sfusi in cisterna fin dagli anni Sessanta-Settanta". Il testo prosegue spiegando che "dopo un riassetto operativo dovuto agli anni della crisi, con la cessione del ramo d'azienda a favore di MT Spedizioni, nasce questa nuova realtà che ora consta di quaranta veicoli adibiti al trasporto di liquidi alimentari sfusi deperibili in regime isotermico controllato (ATP) e quaranta veicoli centinati per il trasporto di merce palettizzata".
Proprio a causa di questo trasferimento di ramo aziendale, i sindacati autonomi Cobas e SIB hanno avviato cause civili contro i licenziamenti attuati durante il passaggio.
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