Secondo la Guardia di Finanza di Caserta, dietro al fallimento dell'Autotrasporti San Vincenzo ci sarebbe un giro di società di comodo sorte per sottrarre risorse ai creditori. Infatti, prima del fallimento della San Vincenzo, i beni, che consistevano in 76 autoveicoli e otto milioni di euro, e i dipendenti erano stati trasferiti a due nuove società che erano gestite dallo stesso titolare dell'impresa fallita pur se formalmente intestate a suoi familiari e prestanome.
Gli inquirenti sostengono che le sette persone indagate avevano già attuato reati nell'ambito della gestione della San Vincenzo, che aveva accumulato cinque milioni di debito, in gran parte verso l'Erario. Una somma che sarebbe stata coperta dal patrimonio aziendale, se non fosse stato trasferito a società di comodo. Ora, sette persone sono indagate per bancarotta fraudolenta aggravata, alla ricettazione, all'utilizzazione di beni sottoposti a sequestro ed alla violazione di sigilli. Inoltre, i magistrato hanno sequestrato le società di comodo e i loro beni, ossia la Tra.Ga e la G.T.
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