I veicoli industriali che trasportano latte sfuso o confezionato, ma in alcuni casi anche carne, sono diventati uno dei principali bersagli della protesta che i pastori sardi stanno attuando contro il crollo del prezzo del latte, sceso a sessanta centesimi al litro, una cifra che non coprirebbe i costi. Oltre a versare sulla strada i propri bidoni pieni di latte, alcuni pastori hanno fatto lo stesso con il contenuto di alcune cisterne, dopo averle fermate lungo la strada. La stampa locale riposta anche episodi di violenza, come quello avvenuto a Burcei, dove una dozzina di uomini incappucciati hanno accerchiato un'autocisterna diretta allo scarico in un caseificio, obbligando l'autista a restare in cabina mentre aprivano i condotti, versando tremila litri di latte sulla strada. Pare che episodi simili siano avvenuti in precedenza a Villacidro e due volte a Ortacesus.
In un altro caso segnalato dall'emittente SardegnaLive, un getto di latte è stato lanciato contro la cabina di un camion entrando in cabina e investendo l'autista perché il finestrino era aperto. Per fortuna l'incidente non ha causato alcun danno a cose e persone e l'autista ha avuto il buon senso di non reagire. I pastori hanno bloccato i camion anche vicino ai porti. Il 10 febbraio un centinaio di loro ha bloccato a Porto Torres un autoarticolato frigorifero proveniente da Genova, carico di carne suina, chiedendo l'intervento della Autorità sanitarie perché sostenevano che il carico non era in una condizione regolare. È dovuta intervenire la Polizia per liberare il veicolo. Blocchi stradali si sono registrati ieri anche sulla Statale 131, la principale arteria che collega il nord con sud dell'isola. Anche in Toscana si registra il fermo con sversamento del latte di un'autocisterna, in Val d'Orcia. Questi casi mostrano come l'esasperazione dei pastori si stia rivolgendo, anche in modo violento, contro gli autotrasportatori che in questa vicenda non hanno responsabilità.
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