Il 2024 dovrebbe segnare una lieve ripresa del trasporto stradale in Europa, secondo quanto emerge dal apporto European Road Freight Transport 2024, che Transport Intelligence ha pubblicato a giugno. Dopo avere visto che i parametri macroeconomici del continente sembrano mutare in positivo, gli analisti prevedono che il fatturato dell’autotrasporto potrà crescere dell’1,6%, a fronte di una contrazione del 2,3% (in valore reale) rilevata nel 2023, anno in cui il mercato europeo venne valutato in 424,2 miliardi di euro. Ciò significa che quest’anno potrebbe superare i 431 miliardi.
La ricerca spiega che “il 2023 ha presentato un panorama impegnativo caratterizzato da condizioni macroeconomiche globali avverse. L’inflazione e i tassi di interesse elevati hanno contribuito a una riduzione della spesa dei consumatori, esercitando una pressione al ribasso sulla domanda di merci durante tutto l’anno. Sebbene l’Eurozona sia riuscita in qualche modo a evitare una recessione nel 2023, l’inizio del 2024 rimane sottotono e si prevede un atterraggio morbido per la maggior parte dell’Europa nel 2024. La fonte principale della ripresa nel 2024 sarà il rafforzamento della domanda delle famiglie come risultato del miglioramento dei redditi reali, da una maggiore crescita dei salari nominali e dalla disinflazione”.
Si tratta certamente di una crescita modesta, ma che comunque ribalta la tendenza negativa. Restano però alcune incertezze che potrebbero cambiare in negativo le previsioni, legate all’andamento del prezzo dell’energia e dei carburanti, dei tassi d’interesse, dell’inflazione e della domanda esterna di merci. TransportIntelligence presenta una previsione anche su un periodo più lungo, che mostra un aumento medio annuale del fatturato dell’autotrasporto del 2,1 fino al 2028 (in termini reali).
TransportIntelligence ha prodotto anche un altra ricerca sull’autotrasporto europeo, intitolata State of Logistics Road Freight Survey 2024, secondo cui il 78,7% delle aziende di trasporto merci su strada intervistate sta vivendo una crescente pressione sui margini, a causa dell’aumento dei costi e dell’indebolimento della domanda. Le tre principali strategie per sostenere i margini di profitto comprendono investimenti tecnologici, un migliore utilizzo dei veicoli, una riduzione delle percorrenze a vuoto e l’offerta di servizi nuovi a maggior valore aggiunto.
La ricerca confronta anche i costi d’esercizio tra veicoli industriali diesel e quelli elettrici, sia a batteria che a idrogeno. Secondo gli analisti, i costi totali di possesso degli elettrici sono pressoché identici a quelli degli elettrici a batteria, però non si vede ancora un orizzonte temporale ragionevole in cui gli elettrici a idrogeno raggiungeranno tale parità, a causa del prezzo di acquisto e di quello dell’idrogeno. In realtà, precisano i ricercatori, il rapporto del costo totale di proprietà tra diesel ed elettrici a batteria varia secondo i Paesi europei, perché dipende dalle politiche d’incentivi per i trasporti a basse o zero emissioni.