Resta alta la tensione in Spagna, dove il fermo organizzato dalla Plataforma en Defensa del Sector del Transporte de Mercancía, un raggruppamento estraneo alle tradizionali associazioni di settore, prosegue a tempo indeterminato e ha bloccato anche il porto di Barcellona. Il 23 marzo 2022 il ministro dei Trasporti, Raquel Sánchez ha annunciato uno stanziamento straordinario di 500 milioni di euro e ha convocato le associazioni aderenti al Comité Nacional del Transporte por Carretera (che non aderisce alla protesta) a un incontro per il 24 marzo, dove spiegherà come saranno distribuiti questi fondi. La Plataforma non è inviata alla riunione e i suoi rappresentanti hanno annunciato una manifestazione davanti al ministero dei Trasporti per il 25 marzo, chiedendo le dimissioni del ministro per negligenza. Hanno aggiunto che non avvalleranno alcun accordo raggiunto senza di loro e quindi il fermo prosegue.
Il ministro afferma che la maggioranza degli autotrasportatori sta lavorando, ma il fermo autoconvocati ha già creato gravi problemi sia all’industria - soprattutto quelle agroalimentare, edile e automobilistica - sia alla grande distribuzione organizzata. Si stima che il fermo stia causando una perdita di 130 milioni al giorno alla sola filiera alimentare, che comprende la produzione e il commercio. La stampa spagnola riporta anche casi di scontri ai picchetti tra manifestanti e autisti di camion che vogliono passare. Il ministero dell’Interno comunica che dall’inizio della protesta, il 14 marzo, le pattuglie hanno scortato 5757 cortei di camion, arrestato 61 persone e indagate 455 per reati connessi alla protesta.