Il cosiddetto Decreto Lavoro (Decreto Legge numero 48 del 4 maggio 2023) recepisce all’articolo 35 la richiesta posta con vigore dalle associazioni dell’autotrasporto (minacciando anche il fermo) della sospensione del pagamento del contributo 2023 all’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Le sigle la hanno quindi ottenuta, ma si tratta appunto di sospensione e non di esenzione. Insomma, il Governo ha replicato quanto fatto dagli Esecutivi precedenti.
Ma la questione resta aperta su più fronti. Su quello dell’autotrasporto, perché l’Autorità riceverà comunque i soldi che le avrebbe dovuto dare l’autotrasporto - circa 1,4 milioni di euro - grazie al versamento da parte del ministero dei Trasporti. Tale somma sarà prelevata dai “residui passivi perenti eliminati” dello stesso ministero, in pratica da avanzi degli anni precedenti (secondo il comma 5 dell’articolo 34-ter della Legge 196/2009). Purtroppo non esiste né un bilancio dell’Albo degli Autotrasportatori e neppure un rendiconto del ministero su come usa i pagamenti annuali degli autotrasportatori, quindi non possiamo sapere se tra quei residui ci sono anche parte dei pagamenti dell’Albo. In caso positivo saremmo di fronte a una situazione paradossale. In tutti i casi si è creato un precedente di pagamento di un’Autorità da parte della fiscalità generale, che potrbbe essere usato in futuro anche in altri contesti.
Ma a parte questo aspetto, questa partita di giro di fatto conferma ancora la legittimità della richiesta dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti del contributo da parte delle imprese di autotrasporto, mentre le associazioni del settore pretendono l’esenzione, affermando sia che l’Autorità non ha competenza sulle loro attività, sia che già pagano il contributo all’Albo degli Autotrasportatori. Quindi, come afferma il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, “la questione politica è ancora del tutto aperta, e si riproporrà pari-pari l’anno prossimo, se non si interviene prima e, in maniera definitiva, sulla Legge istitutiva, modificandola”.
Ma c’è un altro aspetto della questione, che trascende l’autotrasporto. In una lettera inviata il 21 aprile 2023 alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il presidente di Confetra Carlo de Ruvo, ha chiesto “la sospensione per l’anno 2023 del versamento del contributo all’Art, l'Autorità di Regolazione dei Trasporti, in attesa di una chiara ridefinizione della disciplina e dei criteri applicativi". Non solo, de Ruvo ha chiesto anche di affrontare “la questione delle contribuzioni pregresse, in riferimento agli anni 2019 e 2020, per i quali si sono succeduti diversi interventi normativi e giurisdizionali che hanno generato continui cambiamenti dei criteri contributivi, spesso oggetto di contestazione da parte degli operatori anche alla luce delle difficoltà di calcolo del contributo e degli aggravi contabili e amministrativi posti a carico delle imprese".
Confetra sottolinea che “sono obbligate al versamento del contributo anche imprese che svolgono attività liberalizzate e non soggette a regolazione, come gli operatori della logistica, l’autotrasporto, i servizi di agenzia/raccomandazione marittima e altre ancora", precisando che “per le imprese di questi e di altri settori non risultano ad oggi atti dell’Autorità che abbiano avuto influenza sulla modalità di svolgimento dell’attività, né come soggetti regolati né come soggetti beneficiari della regolazione, essendo settori completamente liberalizzati con la conseguenza che devono essere esclusi dall’elenco dei soggetti tenuti alla contribuzione".
Quindi la questione dell’Autorità di regolazione dei Trasporti non solo è chiusa con la toppa fornita dal ministero dei Trasporti all’autotrasporto per il 2023, ma si allarga alle altre attività del trasporto cui l’Autorità chiede, e ottiene, il pagamento del contributo annuale. Vedremo quindi se il Governo scioglierà questo nodo entro dicembre 2023, ed eventualmente per quali categorie. Perché se esenterà solo gli autotrasportatori sorgerà un precedente che potrà aprire la via a un’eventuale richiesta di applicare l'esenzione anche ad altre attività del trasporto.