La vicenda è ormai nota: poiché l'Agenzia delle Entrate ha diffuso il comunicato sulla deduzione forfettaria delle spese non documentate del 2016 il 4 luglio 2017, numerose imprese di autotrasporto che hanno diritto al beneficio hanno dovuto presentare la dichiarazione dei redditi dopo la scadenza del 30 giugno, pagando così la maggiorazione dello 0,4%. In concreto, ciò significa un somma totale di circa tre milioni di euro, pagati per un'inefficienza dell'Amministrazione pubblica.
La cifra è stimata dalla Cgia di Mestre, che considera le 55mila piccole e medie imprese di autotrasporto valutando una maggiorazione media per impresa di 50 euro. "Sebbene l'importo per ciascuna azienda sia molto contenuto è il principio che viene violato". spiega il coordinatore dell'Ufficio Studi della Cgia Paolo Zabeo. "Non è giusto che queste aziende subiscano un aggravio causato da altri. Ora auspichiamo un apposito intervento del ministero dell'Economia e delle Finanze che stabilisca, speriamo ben prima del 31 luglio, che per l'anno in corso ai piccoli autotrasportatori non sia chiesta alcuna maggiorazione".
Il beneficio vale per le imprese che hanno un volume d'affari superiore a 400mila euro, ossia in prevalenza aziende artigiane. "A livello territoriale nelle prime quattro regioni del Nord Italia – vale a dire il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna – si concentra il 51 per cento di tutte le aziende artigiane del settore presenti nel Paese. Attività, queste ultime, che saranno chiamate a pagare una maggiorazione del tutto ingiusta a causa di un atto di negligenza compiuto, molto probabilmente, da qualche funzionario del fisco", precisa il presidente degli autotrasportatori della Cgia di Mestre Claudio Mancin.
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