Il 4 agosto si è svolta una riunione tecnica tra funzionari del ministero dei Trasporti e le associazioni degli autotrasportatori dove i rappresentanti ministeriali hanno fornito aggiornamenti su tre argomenti che riguardano l’autotrasporto internazionale: accordo di partenariato tra Unione Europea e Regno Unito nell’ambito della Brexit, tassa sul traffico pesante in Svizzera e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Primo Pacchetto Mobilità. In una nota, Confartigianato Trasporti ha illustrato i principali contenuti della riunione.
Il ministero degli Affari Esteri sta conducendo per l’Italia il negoziato tra Unione Europea e Regno Unito e collabora con il ministero dei Trasporti per quanto riguarda le proposte che riguardano l’autotrasporto. Poiché Londra non ha chiesto la proroga del periodo transitorio della Brexit, per cui il termine era il 30 giugno, aumentano le probabilità della hard Brexit, ossia l’uscita senza condizioni o regole, anche perché la trattativa tra le parti è in stallo.
I principali nodi che riguardano l’autotrasporto sono regole per evitare la concorrenza sleale causata da diverse Leggi. Quindi, nella trattativa tra UE e Regno Unito bisogna inserire questione importanti come il rispetto delle regole sociali del settore, i tempi di guida e di riposo, il cabotaggio e il cronotachigrafo. In tutti i casi, Bruxelles vuole un unico accordo e non singole intese su varie materie.
Su tale argomento, Confartigianato Trasporti dichiara che “oltre a ribadire l’importanza di principi comuni per gli approcci normativi per garantire reciprocità negli standard tecnici, è necessario garantire la piena connettività stradale tra il Regno Unito e l’UE, per consentire alle Pmi di entrambe le parti di operare senza ritardi o ostacoli. Oneri amministrativi, legislazione e tariffe supplementari o procedure doganali costose e dispendiose in termini di tempo devono essere evitate”.
Il secondo argomento caldo è la decisione del Governo federale svizzero di cambiare l’imposta di transito per i veicoli industriali, che penalizzerebbe i vettori italiani. La Commissione Europea ha già preso posizione contro tale decisione e alcuni Paesi, tra cui l’Italia, hanno la dichiarano “irricevibile”. Al momento, quindi, questa modifica è una decisione unilaterale svizzera, che sarà applicata il primo gennaio 2021, situazione che non è prevista dagli accordi tra la Confederazione e l’Unione Europea e che potrebbe creare un precedente anche per altri accordi.
L’Italia vuole mantenere l’attuale sistema basato su tre classi di veicoli, con pedaggi diversi, e comunque non si può pensare di aumentare le tariffe nell’attuale situazione di crisi. La Commissione Europea ha indetto il 25 agosto una riunione ristretta ai Paesi interessati – Francia, Germania e Italia – per parlare dei possibili scenari.
Il terzo argomento è la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale Europea del Regolamento UE 2020/1054 del 15 luglio 2020, che è il primo provvedimento del Primo Pacchetto Mobilità a entrare in vigore (dal 20 agosto 2020). Il 31 luglio la Commissione Europea ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale un bando per affidare a una società di consulenza la valutazione d’impatto su uno dei provvedimenti approvati, quello che impone il rientro del veicolo nel Paese di origine dopo otto settimane. La consultazione inizierà il 24 agosto e durerà cinque settimane.
Confartigianato Trasporti ribadisce la necessità di attuare il prima possibile i provvedimenti del Primo Pacchetto Mobilità. Al ministero chiede di seguire da vicino gli atti delegati e i lavori tecnici per la sua attuazione, “soprattutto in relazione all’implementazione delle norme del regolamento sul nuovo cronotachigrafo in cui è previsto l’obbligo di registrazione del carico e scarico delle merci così da poter controllare il rispetto delle regole del cabotaggio”.