L'immagine più evidente delle condizioni in cui stanno operando gli autotrasportatori del trasporto eccezionale (quando riescono a organizzarlo) è la pila di documenti necessari per la sola Lombardia mostrata la mattina del 10 ottobre 2017 a Cernobbio dal presidente di Conftrasporto Paolo Uggè: cinque chilogrammi di carta richiesti dalle provincia lombarde. Dopo il crollo del cavalcavia di Annone sulla Statale 36 la situazione è peggiorata, perché alcune province non rilasciano autorizzazioni o per farlo chiedono ai trasportatori la documentazione sulla stabilità delle strade.
"La crisi dei trasporti eccezionali sta diventando sempre più drammatica non solo per le imprese di autotrasporto, ma anche per le imprese produttrici che stanno perdendo quote di mercato perché non sono in grado di garantire la consegna delle merci nei tempi necessari e quindi le imprese italiane vengono sostituite dai concorrenti stranieri", ha precisato Uggè.
La crisi del settore è stata ribadita durante un convegno organizzato a Piacenza dall'Associazione Italiana Trasporti Eccezionali, dove la presidente Sandra Forzoni ha sottolineato che per continuare a lavorare le imprese devono pagare oneri aggiuntivi, creando forti difficoltà economiche. Poi c'è la situazione paradossale delle Provincie che continuano ad avere la competenza sulle strade ma non hanno risorse (perché formalmente eliminate) neppure per risolvere i problemi strutturali più gravi.
L'Aite chiede un Decreto urgente per fornire più risorse economiche all'Anas con il fine preciso di mettere in sicurezza i ponti e nello stesso tempo creare percorsi alternativi ai convogli eccezionali durante i lavori. L'associazione vuole anche un aumento delle autorizzazioni per viaggiare in autostrada e una semplificazione amministrativa, creando uno Sportello unico regionale.
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