Il sequestro è il capitolo finale di un'articolata indagine avviata dal Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, che ha rilevato una grande differenza tra il reddito dichiarato dall'uomo (di cui la Finanza fornisce le iniziali F. D.) e il patrimonio a sua disposizione, in modo diretto e indiretto. L'imprenditore risulta anche essere vicino alla cosca Pesce di Rosarno, che è egemone nella Piana di Gioia Tauro.
F. D. è già stato condannato in primo grado a 16 anni per associazione per delinquere di tipo mafioso nel procedimento All Inside e, sempre in primo grado, a 5 anni nel procedimento Califfo per intestazione fittizia, aggravata dalle finalità mafiose, di due società di autotrasporto. E proprio queste due imprese sono oggetto del sequestro di ieri.
Le indagini della Finanza hanno riscontrato che le due aziende di autotrasporto hanno avuto l'avvio e il consolidamento sostenuto dalla cosca Pesce. Pur non essendo formalmente intestate a F.D. secondo i Finanziari ne era lui a capo. Il principale riscontro viene dalle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, secondo cui F.D dopo avere sposato la cugina di un boss della 'Ndrangheta si è convertito da rapinatore ad autotrasportatore dirigendo le due società, pur non avendo le necessarie risorse finanziarie.
Una conferma a queste dichiarazioni è arrivata dall'analisi dei documenti sequestrati durante l'indagine e da intercettazioni telefoniche e ambientali. Da questa documentazione emerge anche che le due imprese di autotrasporto servivano per riciclare i proventi delle attività criminali della cosca calabrese. Per esempio, nella sede di una delle due imprese i Finanzieri hanno trovato nascosti 91mila euro in contanti.
La Finanza fornisce solo le iniziali delle due aziende sequestrate: C.T Sas di F.D. & Co e M.T. Sas di F.D. & Co. entrambe con sede a Rosarno. Inoltre, i militi hanno sequestrato quote di un fondo intestato alla moglie dell'uomo. Il valore complessivo di questi beni ammonta a 2,2 milioni di euro.
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