Quando i Carabinieri sono entrati nella villa dove abitava A.A., un pregiudicato di 45 anni, hanno visto una scena da sceicco arabo: fontana all'ingresso, ascensore in vetro e legno, letto a baldacchino. Ma il meglio il proprietario della grande villa di Andria lo ha espresso in bagno, dove non bastava una vasca a idromassaggio, ma ha voluto aggiungere un tocco per lui raffinato, ossia la copertura del water in pelle e incastonata con swarovski. Una ricchezza evidentemente sproporzionata per una persona che dovrebbe fare il bracciante agricolo e dichiara poche migliaia di euro di reddito. In compenso, i suoi familiari possiedono beni per un milione e mezzo.
I Carabinieri non sono arrivati alla villa di Andria per caso, ma al termine di un'indagine patrimoniale istituita dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari nei confronti dell'uomo, che è in carcere perché indagato come responsabile di diverse rapine avvenute a danno di autotrasportatori. Dopo avere scoperto il tesoro, i Carabinieri hanno eseguito il provvedimento di sequestro anticipato dei beni, emesso dal Tribunale del Riesame di Bari.
Il provvedimento del Tribunale di Bari descrive lo sfarzo della villa, ma anche il dubbio gusto (aggiungiamo noi) con cui è stata arredata: "le due aquile in pietra sulle colonne all'ingresso, la vasca in marmo con cascata di acqua, l'ascensore interno tutto in vetro che dal garage al piano interrato porta alla mansarda, le porte con borchie dorate, i due camini sia nella camera da letto che in mansarda, i copri water in pelle con incastonati swarovski, soffitti e travi in legno, mobile bar, vasca idromassaggio e box doccia con colonna idromassaggio, pareti imbottite di tessuto, televisori al plasma anche nei bagni, impianto di videosorveglianza con telecamere esterne". Insomma, concludono i giudici del Riesame, "è sufficiente la visione delle foto a colori dell'interno dell'abitazione di via Lagnone per cogliere lo sfarzo e l'ostentazione di una ricchezza assolutamente ingiustificata".
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