Prosegue lo sciopero di alcuni autisti della società di autotrasporto polacca Agmaz, che hanno creato un presidio nell’area di sosta tedesca di Grafenhausen, lungo l’autostrada A5, per chiedere il pagamento delle retribuzioni e migliori condizioni di lavoro. A questo secondo sciopero, dopo quello di aprile, aderiscono circa 150 autisti, in maggioranza provenienti dall’Asia centrale. Sin dalla primavera, la loro protesta è sostenuta dal sindacato olandese Fnv, ma ora si stanno muovendo anche sindacati e associazioni polacche per chiedere un intervento del Governo sulla vertenza e più in generale sulle condizioni di lavoro degli autisti di veicoli industriali.
Il 9 agosto, il sindacato Solidarność ha scritto al Primo ministro Mateusz Morawiecki per “restituire dignità alle imprese polacche di autotrasporto internazionale”, ricordando che sono al vertice dei questo settore ma ciò non deve avvenire “a scapito di una drastica riduzione da parte di alcune imprese polacche degli standard di lavoro degli autisti, anche se non sono cittadini del nostro Paese”. Oggi “le cattive pratiche iniziano a espandersi per includere più aziende polacche, cosa che risveglia in noi profonda ansia”.
Sulla situazione attuale, Solidarność afferma che Łukasz Mazur (proprietario di Agmaz e altre imprese di autotrasporto) ha ricominciato a rimanere indietro con i pagamenti salariali, scatenando così il nuovo sciopero. Il sindacato rileva che “nonostante il fatto che l'Ispettorato nazionale del lavoro e l'Ispettorato dei trasporti su strada siano a conoscenza di violazioni di Legge da parte delle società del sig Mazur, non è stata ancora intrapresa alcuna azione effettiva volta ad eliminare pratiche scorrette nei confronti dei dipendenti”. Una situazione “non accettabile”.
Il sindacato protesta contro la tolleranza del Governo verso la pratica dell’assunzione sulla base di un contratto per mandato e i ritardi nei pagamenti delle retribuzioni o addirittura mancati pagamenti. “In questo modo vengono violati i diritti elementari stranieri sul mercato del lavoro polacco. Questo fa sì che le aziende di trasporto polacche oneste perdano il loro buona e meritata reputazione nei paesi dell'UE”.
Per affrontare questa situazione, conclude Solidarność, le Autorità polacche “dispongono di tutti gli strumenti necessari fermare questi comportamenti riprovevoli da parte di pseudo-datori di lavoro”. In questi casi, bisogna applicare il Regolamento UE 1071/2009, che per gravi violazioni prevede anche la sospensione delle autorizzazioni comunitarie. “Ci aspettiamo quindi che il governo polacco intraprenda azioni correttive urgenti in relazione a vettori come le società del signor Mazur, in modo da preservare la buona reputazione del settore polacco del trasporto internazionale su strada”.
Pure l’associazione polacca delle imprese di trasporto Tlp ha l’8 agosto scritto a Morawiecki una lettera, firmata anche da Solidarność, per esprimere “profonda preoccupazione “ sullo sciopero. L’associazione ricorda che dopo lo sciopero di aprile l’Ispettorato del lavoro ha svolto un’ispezione alle imprese di Mazur, i cui risultati non sono stati ancora resi pubblici. Finora, spiega Tlp “non sono state proposte soluzioni per migliorare la protezione legale dei dipendenti assunti sulla base di un contratto di mandato”. Quindi, in questa situazione “ci aspettiamo che il Governo polacco adotterà misure urgenti per prevenire situazioni simili, oltre che consentire una rapida eliminazione delle persone e organismi che violano i diritti dei lavoratori”.
Intanto un’inchiesta su Agmaz la ha svolta il quotidiano tedesco Die Welt che, intervistando gli scioperanti, ha illustrato il meccanismo delle loro retribuzione che ha scatenato la protesta: avviene che la prima mensilità è trattenuta come “acconto” e la seconda è pagata al quarto mese di lavoro, la terza al quinto e così via. “In pratica Mazur deve pagare agli autisti tre mesi di stipendio arretrato”, spiega uno dei conducenti. Tre mensilità perse da chi viene licenziato.
I camionisti di Agmaz denunciano anche che l’azienda avrebbe adottato un sistema arbitrario di sanzioni per presunti illeciti, che erano detratte dai loro stipendi. Ciò riduce la paga quotidiana, che è pari a circa 80 euro. Inoltre i giorni di malattia non sarebbero retribuiti, così come gli straordinari. Lo sciopero prosegue, anche perché al momento non ci sono trattative tra le parti. Anzi, Agmaz ha denunciato gli autisti di estorsione.