Fedespedi ha diffuso la radiografia annuale delle società terminaliste italiane, da cui emerge che nel 2018 gli undici impianti analizzati hanno movimentato 7,893 milioni di teu, pari al 74,4% del totale italiano, con un calo del 3,3% rispetto all'anno precedente. Ma nello stesso tempo la ricerca rileva un aumento del fatturato del 2,8%. Il rapporto inizia illustrando i cambiamenti avvenuti quest'anno negli assetti proprietari dei terminal container italiani, tra cui spicca l'uscita di Contship Italia dal Medcenter di Gioia Tauro (ora completamente controllato da Msc) e dal Cagliari International Container Terminal (al momento in attesa di un nuovo gestore). Msc ha acquisto anche l'intero capitale del terminal genovese di Calata Bettolo, che dal 2020 raggiungerà la capacità di 500mila teu.
I terminal considerati sono quelli di Ancona, Cagliari, La Spezia, Gioia Tauro, Salerno, Genova (Sech e Psa), Ravenna, Livorno, Trieste e Venezia. Come abbiamo detto, mostrano un calo complessivo di container del 3,3%, ma in realtà l'andamento dei singoli impianti è diverso. Il rosso è dovuto soprattutto al Cict di Cagliari (-50,4%) e al Mct di Gioia Tauro (-4,9%), mentre il Tmt di Trieste è cresciuto del 14,5% e il Sct di Salerno del 5,6%). Il Medcenter calabrese resta comunque il più grande terminal italiano sia in termini di estensione (1,6 milioni di metri quadrati con 3,3391 km di banchina), sia di movimentazione, con 2.328.218 teu. A distanza segue il genovese Psa Pra', con 978mila metri quadrati e 1,433 km di banchina, che nel 2018 ha movimentato 1.582.589 teu (-1,2% rispetto all'anno precedente).
Sul versante economico e finanziario, i terminal considerati da Fedespedi nel 2018 hanno fatturato complessivamente 642.984.000 euro, con un aumento del 2,8% rispetto all'anno precedente (manca però il dato del Sct di Salerno). Anche in questo caso, i singoli andamenti sono diversi. Il Tmt di Trieste ha visto un balzo del 34,5% raggiungendo 68.363.000 euro, ma anche il Lsct della Spezia e il Sech di Genova mostrano buoni andamenti (rispettivamente +7,6% e +5,3%). Sul versante del rosso, è crollato il fatturato del Cict di Cagliari del 36,7%, mentre sono più contenute le perdite del Tcr di Ravenna (-2,6%) e del Psa Prà di Genova (-2,5%). In termini assoluti, i due terminal che hanno fatturato di più sono il Psa Pra' con 170.290.000 euro e il Lsct della Spezia con 166.778.00 euro. Quest'ultimo è quello che mostra il maggiore valore aggiunto (102.560.000 euro) e il migliore risultato finale (39.578.000 euro).
Questi dati mostrano con chiarezza i motivi per cui Contship Italia ha lasciato i terminal di Gioia Tauro e Cagliari: il primo ha chiuso il 2018 con una perdita di 2.465.000 euro e il secondo con una perdita di 4.431.000 euro, mentre i gateway di La Spezia e Ravenna producono utili. Del primo abbiamo detto, il secondo nonostante un calo di fatturato mostra comunque un utile di 2.734.000 euro. Un altro parametro interessante della ricerca di Fedespedi è il costo di lavoro per dipendente dei singoli terminal, che mostra rilevanti differenze: si passa, infatti dal minimo di 39.677 euro annui del Mct di Gioia Tauro al massimo di 81.262 euro del Vct di Venezia. Dietro al terminal veneto troviamo i due genovesi Sech (70.911 euro) e Psa Pra' (65.290 euro). Una tabella mostra il fatturato prodotto da un singolo teu e anche in questo caso le differenze sono rilevanti, passando dai 35,1 euro/teu del Mct di Gioia Tauro ai 119,1 euro/teu del Lsct della Spezia.
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