L'indagine condotta dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Reggio Emilia e dalla Sezione Anticrimine del Comando Regionale di Bologna della Forestale ha coinvolto trentuno aziende di autotrasporto italiane e straniere, tutte appartenenti alla Comunità Europea. L'operazione Grano Sicuro, così è stata battezzata dai Forestali, è avvenuta in Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige e Veneto, dove sono avvenute 56 perquisizioni in tutte le sedi delle aziende coinvolte.
Gli inquirenti hanno scoperto che in diversi trasporti i camion trasportavano verso l'estero rifiuti speciali pericolosi, tra cui amianto, e al ritorno in Italia portavano alimenti sfusi, in prevalenza grano. In questo modo, gli autotrasportatori bilanciavano i carichi, proponendosi così a tariffe concorrenziali sia nel trasporto di rifiuti, sia in quello dei prodotti alimentari. Ma così violavano il Regolamento comunitario sulla sicurezza alimentare, che impone il trasporto di alimentari sfusi, liquidi, granulari o in polvere in automezzi e contenitori riservati agli alimentari. Anche le concessioni dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali vietano il trasporto di alimentari in vani di carico usati per rifiuti pericolosi.
La Forestale precisa che finora "non sono stati raccolti elementi comprovanti che queste modalità di trasporto abbiano inquinato pericolosamente le granaglie e le farine caricate sui mezzi", ma ha comunque sequestrato mille quintali di grano sfuso trasportati dalle aziende inquisite (di cui non è stato rivelato il nome). Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini anche all'estero, soprattutto in Germania e Austria, usando la documentazione sui trasporti ottenuta dalle imprese. Finora, le persone indagate sono 37, di cui solo nove italiani. Gli altri sono tedeschi, austriaci, ungheresi e sloveni, rumeni e slovacchi e tutti sono legali rappresentanti d'imprese di autotrasporto.
Video della Forestale su operazione Grano Sicuro
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