Il divieto settoriale, ossia limitato ad alcune tipologie di carico, è motivato dal Governo austriaco con l'esigenza di ridurre l'inquinamento della Regione del Tirolo ed è stato annunciato lo scorso agosto, con l'intenzione di attuarlo da luglio 2016 sull'autostrada A12 per il trasporto di rifiuti, materiali pietrosi e terrosi, materiale di scavo, tronchi, sughero e automezzi. Secondo i piani austriaci, l'ottobre successivo sarebbe esteso a minerali ferrosi e non, acciaio (eccetto armature e costruzioni), marmo, travertino, piastrelle di ceramica. Ma l'annuncio del divieto ha scatenato la reazione dell'autotrasporto italiano e tedesco, che ha presentato alcuni ricorsi a Bruxelles.
Alla metà di marzo, la Commissione Europea ha preso la sua decisione, che ritiene illegittimo il divieto settoriale, secondo quanto riferisce il 16 marzo l'Anita, una delle associazioni che ha presentato ricorso. Secondo Anita, la Commissione Europea ritiene che queste misure siano sproporzionate rispetto all'obiettivo di ridurre gli ossidi d'azoto, rilevando che il Governo austriaco può attuare misure alternative, che non hanno la conseguenza di ridurre la libera circolazione delle merci. Tra queste, cita un'ulteriore riduzione dei limiti di velocità dei veicoli leggeri a 80 km/h lungo l'asse del Brennero, oppure differenziare il pedaggio secondo la classe Euro.
La Commissione propone anche di vietare la circolazione ai veicoli più vecchi, una misura che favorirebbe il rinnovo del parco leggero e pesante. Un modo di farlo è anticipare il divieto di transito permanente ai veicoli con motore Euro 3 già entro la fine del 2016. "Questo provvedimento è totalmente condivisibile e va nella direzione auspicata per ridurre l'impatto ambientale del trasporto stradale e aumentare la quota di vero trasporto ferroviario, ma deve valere in egual misura per i veicoli in transito e per quelli con origine/destino nel Tirolo", commenta il presidente di Anita, Thomas Baumgartner.
Questo è il terzo tentativo dell'Austria d'imporre il divieto settoriale lungo l'asse di attraversamento tra Italia e Germania e anche i due precedenti sono stati bloccati dall'Unione Europea, tramite decisioni della Commissione Europea, poi confermate anche dalla Corte di Giustizia europea. "Un passaggio importante che accoglie la nostra tesi che il divieto così come formulato danneggia il libero scambio delle merci su un asse strategico per i collegamenti tra l'Italia ed il resto d'Europa, senza un apprezzabile effetto sulla riduzione dell'impatto ambientale", dichiara Baumgartner.
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