Dopo la nota dell'Anita, che è d'accordo con la riduzione della percentuale di sconto proposta dal ministero dei Trasporti per i veicoli Euro 3, Unatras diffonde una dichiarazione del suo presidente, Amedeo Genedani, che viceversa chiede la riconferma del valore del 2016, ossia il 9%, a fronte di una prevista riduzione al 6%.
"Nonostante la posizione opposta dai rappresentanti di quelle imprese che per dimensione hanno avuto le possibilità economiche di cambiare rapidamente i veicoli, tutte le federazioni di Unatras all'unanimità hanno chiesto al ministero dei Trasporti coerenza con il percorso intrapreso con l'incentivazione del parco veicolare meno inquinante verso una maggiore sostenibilità ambientale, sostenendo allo stesso tempo che tali cambiamenti non possono avvenire da un giorno all'altro, sopratutto nelle attuali condizioni di mercato che la stragrande maggioranza degli autotrasportatori deve affrontare", spiega Genedani.
Unatras giustifica la richiesta di non ridurre la percentuale con le statistiche diffuse dai costruttori, secondo cui in Italia circolano ancora circa 105mila veicoli industriali con motore Euro 3, contro le 27.705 unità con motore Euro V. L'unione afferma che il rinnovamento del parco è graduale: "Il processo di rinnovo deve assolutamente essere sostenuto ma non può realizzarsi in tempo breve". In tale contesto, prosegue Unatras "penalizzare gli Euro 3 significa ridistribuire le risorse in maniera non equilibrata, discriminatoria e penalizzante soprattutto per le piccole e medie imprese dell'autotrasporto merci conto terzi".
Genedani conclude affermando che "è pertanto fondamentale lavorare con oggettiva razionalità per creare le condizioni affinché le imprese di autotrasporto, che condividono pienamente l'obiettivo del rispetto dell'ambiente, siano accompagnate gradualmente nel tempo verso il processo di modernizzazione, anche perché le aziende artigiane e PMI sono quelle che pagano le tasse e assumono dipendenti italiani".
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