Tale obbligo deriva dalla Legge 164/2014, meglio conosciuta come Sblocca Italia, che nell'articolo 29 bis inserisce tra i requisiti dell'onorabilità, anche quello dell'antimafia. In particolare, il testo stabilisce che le aziende di autotrasporto che sono soggette da un'informativa antimafia interdittiva non possono più essere iscritte all'Albo degli Autotrasportatori e esserne espulse. La circolare 1/2015 precisa che questa disposizione vale anche per le imprese che hanno ottenuto o che intendono chiedere la licenza comunitaria per il trasporto di merci su strada prevista dal Regolamento UE 1072/2009.
La verifica antimafia si sta attuando dal 1° gennaio 2015 attraverso la banca dati telematica SI.CE.ANT, ma questa è una procedura lunga e complessa, precisa il ministero. Nel frattempo le imprese che non appaiono ancora nella banca dati possono presentare un'autocertificazione del requisito antimafia, secondo modelli pubblicati come allegati 1 e 2 alla circolare, per ottenere la licenza di trasporto comunitario. Se in seguito la Prefettura emetterà una comunicazione interdittiva antimafia, il ministero dei Trasporti revocherà la licenza.
I due allegati alla circolare comprendono, rispettivamente, i nomi delle persone da sottoporre alla verifica antimafia e per ciascuno di loro la dichiarazione sostitutiva di certificazione antimafia. Questi modelli devono essere allegati alle richieste di licenza comunitaria o, nel caso in cui la domanda sia stata presentata, devono integrarla con gli allegati. Le aziende già presenti nella lista della Prefettura che certifica la mancanza d'infiltrazioni mafiose (white list) devono presentare solamente l'allegato 1, compitalo nella parte finale, ossia l'autocertificazione d'iscrizione nella white list.
CIRCOLARE MINISTERO TRASPORTI 1/2015 DEL 10 MARZO 2015 SU VERIFICA ANTIMAFIA PER LICENZE AUTOTRASPORTO COMUNITARIO
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