Le misure prese dal Governo per contrastare la pandemia di Covid-19 stanno logorando l’autotrasporto italiano, che presto potrebbe fermarsi anche nelle consegne di beni essenziali e non per scelta, bensì per mancanza di risorse finanziarie necessarie per far viaggiare i veicoli industriali. Secondo il vice-presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, all’inizio di aprile complessivamente il settore ha perso il 60% del fatturato, valore che sale al 90% in alcune specializzazioni. La causa principale è il fermo imposto alle produzioni e alle attività ritenute non essenziali.
“Con la chiusura dei cantieri e delle attività produttive, anche l’operatività delle imprese di autotrasporto si è drasticamente ridotta, e la percentuale di perdita stimata due settimane fa dal Cerved nel 30% è praticamente raddoppiata nel giro di soli quattordici giorni”, spiega Uggè. Il problema coinvolge anche le imprese che trasportano beni essenziali, perché nella maggior parte dei casi lo fanno solo nel viaggio di andata. Prima della chiusura, bilanciavano i viaggi (e quindi integravano le entrate) con carichi generici, gran parte dei quali oggi sono spariti.
Un classico esempio è quello dei veicoli che trasportano alimentari dal sud al nord e che prima tornavano con prodotti industriali o beni di consumo non di prima necessità. Ora, “i camion consegnano la merce e poi tornano vuoti, non riescono più a controbilanciare il viaggio di andata con quello di ritorno. Il settore dei trasporti, che fino ad alcune settimane fa in qualche modo resisteva, sta pericolosamente frenando”, precisa Uggè.
A questa drastica riduzione delle domanda di trasporto si aggiunge il ritardo dei pagamenti annunciato da numerosi committenti, alcuni dei quali hanno comunicato che pagheranno dodici mesi dopo la data della fattura. Una situazione insostenibile per gli autotrasportatori, che invece devono pagare subito il gasolio, il materiale di consumo, gli stipendi degli autisti e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei veicoli.
Le imprese che svolgono autotrasporti internazionali devono affrontare un’ulteriore difficoltà: dall’inizio di marzo sono sospesi tutti i corsi per rinnovare la Cqc, il patentino Adr e le visite mediche per rinnovare la patente per quanto riguarda gli autisti e le revisioni dei veicoli. Il ministero dei Trasporti ha prorogato tutte le scadenze, ma questo provvedimento è riconosciuto solo in Italia, quindi chi viaggia all’estero con uno di questi documenti scaduti rischia una pesante sanzione e il fermo del veicolo.
“La difficoltà a viaggiare per e dall’estero ha generato una sorta di autarchia obbligata: ormai si transita prevalentemente entro i confini di ogni singola nazione, anche all’interno della sola Ue, mentre a oggi le nostre imprese non sanno quali saranno, se ci saranno, i permessi di circolazione nel periodo di Pasqua sul territorio nazionale”, dichiara Uggè. Il vice-presidente di Conftrasporto conclude che “se andiamo avanti così, con misure che ormai stanno bloccando le attività del Paese, corriamo fortemente il rischio di forme autogestite di protesta che potrebbero arrivare a un fermo generale dell’autotrasporto anche per i settori indispensabili”.