L’Eni avvia una filiera logistica di approvvigionamento di olio vegetale per la sua bioraffineria di Gela, in Sicilia, che inizia in Kenya. L’11 ottobre 2022 è partita dal porto di Mombasa la prima nave che porta l’olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni all’impianto di raffinazione siciliano, che lo usa per produrre bio-carburanti. La produzione del 2022 sarà di 2500 tonnellate, che saliranno a ventimila l’anno successivo. Eni ha inaugurato l’agri-hub di Makueni a luglio 2022 proprio per alimentare le bio-raffinerie.
La società spiega che l’olio vegetale è prodotto spremendo sementi di ricino, di croton e di cotone: “Sono agri-feedstock non in competizione con la filiera alimentare, coltivati in aree degradate, raccolti da alberi spontanei o risultanti dalla valorizzazione di sotto-prodotti agricoli, offrendo opportunità di reddito e accesso al mercato a migliaia di agricoltori. Nel centro, inoltre, si producono anche mangimi e bio-fertilizzanti, derivati dalla componente proteica dei semi, a beneficio delle produzioni zootecniche, contribuendo così alla sicurezza alimentare”, scrive in una nota.
Eni intende realizzare altri impianti di questo tipo in Kenya e il secondo entrerà in esercizio nel 2023. Oltre all’olio vegetale, la società energetica esporterà anche olio da cucina usato, che sarà raccolto nelle catene di hotel, nei ristoranti e nei bar di Nairobi. Il Kenya è il primo Paese africano coinvolto in questo progetto e seguiranno Congo, Mozambico, Angola, Costa d’Avorio, Benin, Ruanda e Kazakistan. “Per questi Paesi, così come per l’Italia, sono stati avviati studi di fattibilità con l’obiettivo di condurre nelle realtà più mature una prima fase di attività agricola a partire dal 2022, per poi procedere con la costruzione di impianti di spremitura di semi per la bio-raffinazione”.
La raffineria di gela è stata convertita alla bio-raffinazione nel 2019, con una capacità autorizzata di 750mila tonnellate l’anno. È un impianto molto flessibile, perché può trattare diversi tipi di cariche. Eni vuole coprire entro il 2025 il 35% dell’approvvigionamento delle proprie bioraffinerie con l’integrazione verticale della filiera degli agri-feedstock e waste&residue, che permetterà di assicurare volumi di olio vegetale in un contesto sfidante in termini di prezzi, domanda crescente di energia e disponibilità di oli sostenibili.