Le prime cannonate russe contro l’Ucraina hanno fatto impennare i costi dell’energia. Fin dalla mattina del 24 febbraio 2022 il prezzo del petrolio ha superato i 100 dollari al barile, soglia verso cui si era avvicinato nei giorni precedenti. Il Brent ha raggiunto i 103,5 dollari, con un aumento rispetto al giorno precedente del 7%. Questo è il livello più alto dal 2014. Ancora maggiore è la quotazione del gas, buona parte del quale arriva in Europa dalla Russia, che nelle piazze di Amsterdam e Londra segna un aumento del del 41% per i future, raggiungendo la soglia di 125 euro per MWh. Aumentano anche materie prime importanti per il trasporto, come l’alluminio, che ha raggiunto la quotazione record di 3382 dollari per tonnellata.
Questa impennata dell’energia renderà ancora più difficile la situazione dell’autotrasporto, già in crisi per l’aumento dei carburanti. Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato che sul prezzo del gas “è difficile fare una previsione in questo momento, ma difficilmente potrà tornare ai valori di un anno fa”. Egli ha precisato che una quota tra il 43% e il 45% del gas consumato in Italia viene dalla Russia.