Alle nove di questa mattina, il prezzo dei future sul Brent sono aumentati di tre dollari al barile, raggiungendo quota 59,47 dollari, mentre quelli del greggio leggero statunitense sono cresciuti di 2,91 dollari, raggiungendo quota 52,13 dollari al barile.
Secondo gli analisti, non siamo in presenza di un reale rischio di calo dell'offerta di petrolio e quindi non dovrebbe innescare un incremento del prezzo sul medio periodo. Piuttosto, l'aumento della conflittualità in Yemen e della conseguente tensione nell'area preoccupa per il transito delle petroliere (ma anche delle portacontainer) nel Mar Rosso, perché il Paese si trova proprio all'imbocco meridionale.
L'attacco militare è stato sferrato il 26 marzo da un contingente dell'Arabia Saudita contro i ribelli sciiti che stanno assediando Aden, posta all'ingresso del Mar Rosso, dove si è rifugiato il presidente sunnita del Paese. Secondo la televisione al-Arabiya (riportata dalla Reuters) i sauditi hanno schierato 150mila soldati e sarebbe pronto l'invio di altre truppe da Egitto, Sudan e Pakistan. Inoltre, sempre la televisione araba sostiene che gli Emirati Arabi hanno inviato trenta aerei da combattimento, più 15 da Bahrein e da Kuwait, 10 da Qatar e sei da Giordania e Marocco.
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