Dopo l'incontro con il presidente della Repubblica, avvenuto stamane, Renzi ha assunto a interim l'incarico di ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, precisando che questa gestione temporanea durerà breve tempo. Probabilmente quello necessario per trovare un nuovo equilibrio all'interno della maggioranza, poiché NCD ha perso una poltrona di valore (anche in senso economico, vista l'enorme mole di denaro pubblico che gestisce).
Ma Renzi potrebbe usare questo tempo anche per cambiare gli assetti di potere all'interno del ministero, dopo che l'inchiesta sul Sistema Incalza ha mostrato l'enorme potere di alcune poltrone, prima tra tutte quella della Struttura di Missione, che prendeva le decisioni sulle grandi opere.
Nel fine settimana, Renzi ha anche salvato i sottosegretari che sono sotto inchiesta per vari motivi, affermando che "non caccia gli indagati" e chiudendo, evidentemente, l'era della rottamazione, servita non tanto a rinnovare la politica italiana, quanto a togliere di mezzo gli avversari politici all'interno del PD. La posizione di Renzi è paradossale, poiché l'ex ministro Lupi si si è dimesso seppure non soggetto ad alcun avviso di garanzia. L'assurdità della questione è che si discuta se un esponente del Governo posto sotto indagine debba essere cacciato dal presidente del Consiglio: nei Paesi civili se ne va da solo.
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