Le risorse finanziarie (fino a 100 milioni di euro all'anno) che l'ultima legge di Stabilità nel comma 294 ha stanziato, sotto forma di sconto del pedaggio da parte di RFI, a favore delle imprese ferroviarie nel triennio 2015-2017 per i servizi di trasporto cargo con le regioni del Sud Italia, potrebbero essere restituiti. Il Governo Renzi e, più nello specifico, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, fino a pochi giorni fa non aveva infatti spedito a Bruxelles le necessaria notifica preventiva su una norma che si configura come aiuto di Stato.
Non solo: nei mesi scorsi il contributo pubblico alle imprese ferroviarie private e pubbliche (Trenitalia) è stato già erogato sotto forma di sconti sui pedaggi da parte del gestore della rete RFI, quando invece il diritto comunitario prevede che il contratto di servizio pubblico dovesse essere preventivamente sottoposto e approvato dalla Commissione Europea. Non a caso il dicastero guidato da Graziano Delrio negli ultimi giorni pare abbia in fretta e furia incaricato la società di consulenza Pricewaterhouse Coopers di redigere un dossier già spedito a Bruxelles nel quale vengono spiegate nel dettaglio le ragioni alla base di questi contributi pubblici.
Se la Commissione Europea darà semaforo verde a questi aiuti di Stato verrà messa una pezza alla situazione, mentre se la risposta dovesse essere negativa s'innescherebbe un procedimento d'infrazione che comporterebbe la restituzione di questi sconti da parte delle imprese ferroviarie con le prevedibili battaglie legali fra operatori e ministero.
Giancarlo Laguzzi, presidente di Fercargo (l'associazione che rappresenta le imprese ferroviarie italiane), in un convegno dedicato al trasporto ferroviaria lungo i valichi fra Italia e Svizzera, parlando delle criticità italiane a tal proposito ha detto: "Non sono ancora utilizzabili i cento milioni stanziati con la scorsa Legge di Stabilità a dicembre 2014" e ha aggiunto che "purtroppo, per un formulazione burocratica errata, si possono utilizzare solo in parte per incentivare il Sud Italia e non l'intera rete ferroviaria nazionale".
Fercargo, infatti, chiede l'estensione a tutta la rete nazionale della riduzione del pedaggio per i treni merci ora prevista solo per il Meridione. Laguzzi sottolinea che "nella formulazione attuale restano inutilizzate risorse per circa il 60% del contributo stanziato" (dunque circa 60 milioni su 100) e quindi l'associazione vuole una modifica della norma in questione nella prossima Legge di Stabilità per "estendere lo stesso meccanismo di incentivo a tutte le Regioni d'Italia e rilanciare così, per la prima volta nella storia di questo Paese, in accordo con tutti gli attori del sistema, la logistica ferroviaria".
Il Presidente di Fercargo ha stigmatizzato il fatto che, nonostante tutte le assicurazioni ricevute, non sia stata ancora corretta nella nuova Legge di Stabilità in corso di esame alla Camera la clausola limitativa dello scorso anno, modifica che non comporta nessuna maggiore spesa oltre allo stanziamento di 100 milioni già previsto. "Sarebbe veramente un gravissimo errore proprio oggi che le maggiori associazioni di categoria - Anita di Confindustria, Assologistica di Confetra e Conftrasporto di Confcommercio – hanno recentemente condiviso con FS e Fercargo il pieno utilizzo di tale finanziamento con l'applicazione all'intera rete ferroviaria".
Nicola Capuzzo
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