Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina ha fatto emergere in primo piano il ruolo diplomatico della Turchia che ormai intende chiaramente sfruttare questa opportunità per muoversi a tutto tondo non solo dal punto di vista della visibilità politica, ma anche e soprattutto con l’ambizione di giocare le proprie carte sul piano economico. Ankara vuole diventare sempre più un ponte tra Asia ed Europa, favorendo nuovi corridoi commerciali alternativi a quelli che vedono il passaggio a nord. Per questo, ai primi di luglio 2022, la Turchia ha promosso e annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro sui trasporti ferroviari all’interno del Consiglio di coordinamento ministeriale quadrilaterale Bulgaria-Ungheria-Serbia-Turchia.
L’aumento del volume degli scambi tra l’Asia, e la Cina in particolare, con l’Europa deve necessariamente trovare uno sbocco e questo significa rilanciare quello che viene indicato come Middle Corridor, come valida alternativa dal punto di vista della distanza percorsa e dei tempi di trasporto. Dal Consiglio quadrilaterale arriva un’analisi comparata delle diverse ipotesi di transito. Un treno merci che dalla Cina raggiunge l’Europa attraverso la rotta a nord, e quindi attraverso la Russia, percorre 10mila chilometri in almeno venti giorni; se sceglie il corridoio meridionale attraverso il canale di Suez via nave, arriva a percorrere 20mila chilometri in 45-60 giorni. Ma se lo stesso treno sceglie il Middle Corridor passando dalla Turchia percorre 7mila chilometri in 12 giorni. Appare evidente il vantaggio in quest’ultima ipotesi.
La Turchia intende quindi sviluppare rapidamente le infrastrutture di trasporto per competere in modo globale anche dal punto di vista logistico. Del resto, il piano Transport Vision 2053 (dove l’anno è l’orizzonte temporale di riferimento) prevede di destinare risorse finora mai viste per il settore dei trasporti nel suo complesso. Obiettivo delle Autorità e delle Ferrovie turche è aumentare la competitività riducendo i costi e favorendo così l’incremento dei volumi: al termine del piano si stima di passare da 38 milioni di tonnellate l’anno a 440 milioni.
In questi ultimi mesi la Turchia ha intensificato le relazioni economiche a est con Azerbaigian, Kazakistan e Georgia. Cuore del progetto è infatti la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars (BTK) che collega l’Azerbaigian con la Turchia attraverso la Georgia. Lunga 826 chilometri è stata completata e aperta all’esercizio, provvidenzialmente si potrebbe dire oggi, nell’ottobre del 2017. Il tracciato fa parte di un progetto più ambizioso per collegare le ferrovie del Caucaso meridionale con l’Europa, in quella che è già stata definita una nuova Via della Seta, tornata repentinamente alla ribalta dopo gli ultimi scenari geopolitici.
Ora l’attenzione del Consiglio quadrilaterale è tutta concentrata sul favorire la realizzazione della nuova direttrice ferroviaria lunga poco meno di 230 chilometri che parte da Kapıkule, nome del valico di frontiera turco con la Bulgaria, uno dei più trafficati d’Europa, e raggiunge Halkalı, la stazione più occidentale della già esistente linea Marmaray a Istanbul. Ma anche intervenire su tutti quegli aspetti gestionali e burocratici che frenano le potenzialità del trasporto ferroviario.
Piermario Curti Sacchi