È un passo avanti per il corridoio ferroviario Tirreno-Brennero, tracciato da tempo sulla carta, ma che stenta a essere tradotto nella realtà. La novità viene dal Piano di Ripresa e Resilienza che destina 58 milioni di euro per l’elettrificazione e l’adeguamento della linea Parma-Suzzara, segmento essenziale lungo l’itinerario tra La Spezia, Mantova e quindi il Brennero. Anche un altro tassello importante di questo corridoio, la ferrovia Pontremolese tra La Spezia e Parma, è stata inserita nei piani di potenziamento. A quarant'anni di distanza dai primi progetti la linea è stata raddoppiata e ammodernata solo per un terzo, ma ora Rfi si appresta a completare la progettazione di tutte le tratte mancanti, compresa la nuova galleria di valico, in pratica un tunnel di base per eliminare il tracciato più acclive che comporta limitazioni per il traffico merci.
Per quanto riguarda i 44 chilometri della Parma-Suzzara, gestita da Ferrovie Emilia Romagna (Fer), si prevede che i lavori di elettrificazione e potenziamento siano completati entro il 2024 con i fondi del Pnrr. Con questo intervento si avvicina la completa elettrificazione della rete regionale in concessione a Fer. Entro il 2025 con un investimento di 23 milioni di euro i lavori si concluderanno anche sull’itinerario trasversale tra Suzzara e Poggio Rusco, stazione di interscambio con la Bologna-Verona e quindi con il corridoio del Brennero, mentre tra Poggio Rusco e Ferrara l’intervento è stato completato nel 2009 comprese alcune rettifiche di tracciato e l’adeguamento del carico assiale a favore dei traffici merci. La Ferrara-Poggio Rusco ha ora le caratteristiche di una vera e propria mediopadana merci alternativa alle direttrici principali su Bologna e Padova più cariche di traffico.
Tutti gli investimenti in corso sulla rete regionale dell’Emilia-Romagna sono sicuramente funzionali per i servizi passeggeri, ma per valorizzare le linee come itinerari merci bisognerebbe adeguare tutti i binari di incrocio allo standard di 750 metri e inoltre sarebbe opportuno prevedere dove servono raccordi diretti tra le linee, che oggi mancano, in modo da evitare l’inversione di marcia e le relative manovre. In pratica, andrebbe replicato quanto è in fase di realizzazione nel nodo ferroviario di Ferrara con la bretella di collegamento diretto attraverso una lunga tratta interrata tra la linea proveniente dal porto di Ravenna e la ferrovia che attraverso Poggio Rusco si connette con la direttrice del Brennero.
Piermario Curti Sacchi