Il tunnel ferroviario del Gottardo è un’opera sicura, al di là di ogni ragionevole dubbio? La domanda se la sono posta anche molti operatori in seguito all’incidente avvenuto il 10 agosto 2023 con lo svio di un treno merci che percorreva la galleria di base. Sarebbe semplicistico liquidare quanto avvenuto come un fatto imprevedibile che nessuna buona pratica riuscirebbe a evitare. Così come occorre guardarsi bene dal parlare di disastro annunciato, perché l’esercizio nel tunnel svizzero avviene con il rispetto di tutte le misure di sicurezza.
Eppure non tutto sembra così scontato. E così si scopre che erano passate quasi sotto traccia le ispezioni eseguite dall’Ufficio federale dei trasporti nel 2019 concluse con un rapporto in cui si affermava che il “livello di sicurezza prefissato” non era stato ancora raggiunto per i treni merci. In particolare, l’industria dei componenti non risultava ancora all’altezza in quanto le verifiche avevano evidenziato falle nelle suole dei freni o difetti di tenuta nei teloni delle unità di carico, tutti elementi che potenzialmente possono avere ripercussioni nella corsa di un treno.
Anche sulle condizioni di esercizio l’Ufficio federale aveva avanzato un’analisi dettagliata: “Le cause di molte delle carenze individuate risiedono in processi inadeguati nei terminali di carico a nord o a sud delle Alpi o nelle stazioni intermedie all’estero”. In seguito alle ispezioni del 2019, l’Ufficio federale avrebbe rafforzato la cooperazione con le autorità di vigilanza estere, i cui risultati però non sono mai stati comunicati o comunque resi pubblici.
E così si è arrivati al 10 agosto 2023 nella presunzione che tutte le migliori regole di sicurezza fossero rispettate. Dopo l’incidente che ha bloccato completamente il tunnel, la circolazione dei treni, limitatamente a quelli merci, è ripartita il 23 agosto con un modello di esercizio che cerca di ottenere la massima capacità con la disponibilità di un solo binario di corsa. Si predispone così un plotone di quattro treni merci che a distanza di blocco imboccano il tunnel nella stessa direzione. Una volta transitato l’ultimo convoglio, si dà il via al passaggio dei treni in senso opposto. In questo modo si possono inoltrare 100-110 treni merci al giorno del trasporto intermodale per sfruttare la massima sagoma favorevole nella galleria di base. I treni merci tradizionali vengono invece inoltrati sulla linea storica, ora definita panoramica.
Ma nonostante questa gestione ottimale della circolazione, i limiti si fanno sentire anche a distanza. Per esempio, secondo quanto si apprende, l’interporto di Novara che movimentava in media quasi venti treni al giorno, ha visto dimezzare la capacità di ricezione al Gottardo, non compensata dall’altra direttrice del Lötschberg/Sempione in quanto diventata ben presto satura anche per i limiti del tunnel di base in Svizzera per buona parte a binario singolo.
Piermario Curti Sacchi