Il trasporto ferroviario merci mostra segnali di crescita interessanti, ma nel momento in cui si vede la ripresa e si assiste a un maggior interesse verso la modalità ferroviaria, una tempesta si avvicina, anzi è già scoppiata. Questa ha un nome preciso e si chiama costi dell’energia. In due anni, dal 2020 al 2022 l’aumento delle tariffe per la trazione ferroviaria è stato del 517%. E i contributi previsti dal Decreto Aiuti bis non sono sufficienti a compensare gli aumenti dei costi dell’energia che rappresentano una voce importante nell’esercizio ferroviario. Questi dati sono stati forniti nel corso dell’edizione 2022 del Forum Mercintreno svoltosi il 23 novembre 2022 nella consueta sede del Cnel a Roma.
Gli aumenti fuori mercato dei costi dell’energia penalizzano doppiamente le imprese ferroviarie in quanto le stesse non vengono considerate tra le attività energivore che, per la loro peculiarità, possono accedere a contributi specifici. E questo fa perdere ulteriormente competitività alla ferrovia rispetto all’autotrasporto. Ma non è finita, perché il Decreto Rilancio ha cancellato lo sconto carburanti prima riconosciuto anche al settore ferroviario che si trova così svantaggiato nell’esercizio lungo le linee non elettrificate, ma anche nella manovra in scali e terminal dove si utilizzano quasi esclusivamente locomotori diesel.
Così come esistono ostacoli che impediscono la crescita dell’intermodalità ferroviaria, in particolare in uno dei settori più delicati, quello della logistica dell’ultimo miglio. Nei porti spesso gli extra-costi delle operazioni di manovra finiscono per vanificare anche il vantaggio rappresentato dagli incentivi concessi al trasporto su rotaia.
La richiesta delle imprese è rendere strutturali gli interventi di sostegno come il ferrobonus, il marebonus o lo sconto pedaggio, prevedendo contemporaneamente anche dei ristori per eventuali rallentamenti o perturbazioni nell’esercizio dovuti ai cantieri che riducono la capacità dell’infrastruttura ferroviaria, anche legati agli investimenti promossi dal Pnrr. A parte l’emergenza energia, secondo gli operatori occorre proseguire con molta maggior decisione sugli interventi di semplificazione normativa, digitalizzazione e formazione del personale, tenendo presente che c’è la necessità di incentivare l’intermodalità investendo sull’intera catena logistica che coinvolge la rete, i porti, gli interporti e i terminal ferroviari.
Piermario Curti Sacchi