Le linee ferroviarie trasversali appenniniche non sono mai finite sotto una buona stella. Con la sola eccezione di quella più meridionale, la Napoli-Foggia-Bari i cui lavori di radicale adeguamento sono in avanzata fase di realizzazione, per le altre si susseguono più promesse che reali passi avanti. Tra queste ci sono la linea Pontremolese Parma-La Spezia, la Roma-Ancona e la Roma-Pescara.
La svolta sembrava arrivata con la disponibilità dei fondi del Pnrr, ma ora anche questa opportunità viene messa in discussione nel momento in cui si vogliono ridefinire tempi e obiettivi dei fondi europei. Oltretutto quando si parla di lavori di raddoppio e di adeguamento di linee come la Roma-Pescara, non si va al di là di singoli lotti che rappresentano comunque una porzione limitata di tutta la direttrice con ricadute tutto sommato contenute. Si pensi per esempio all’esigenza di renderle idonee anche al transito dei treni merci, obiettivo questo indicato nei progetti di potenziamento: adeguare un singolo tratto non serve a nulla e non cambia le prospettive se tutto il resto non risulta all’altezza.
Il caso più emblematico è proprio la Roma-Pescara, che vale 620 milioni di euro, dove sottovoce si parla di fondi Pnrr dirottati altrove, ma ufficialmente il ministero delle Infrastrutture non si è ancora espresso. A gennaio 2023 c’era stato un incontro nella sede di Rfi tra Vincenzo Macello, il commissario straordinario che sovrintende all’opera, e i rappresentanti delle amministrazioni locali.
In quella sede i tecnici di Rfi avevano illustrato i progetti delle prime fasi di raddoppio e potenziamento, ma soprattutto avevano avanzato una data certa di inizio lavori: i primi mesi del 2024. Nella prima fase si prevede di intervenire con il raddoppio della tratta Interporto d’Abruzzo-Manoppello-Scafa e la variante tra Pratola Peligna e Sulmona. Queste tratte, essendo interessate dai fondi del Pnrr, dovrebbero essere completate entro il 2026.
Ma a questo punto arriva la doccia fredda, perché nel piano di revisione delle opere da inserire nel Pnrr, alcuni investimenti ferroviari potrebbero essere rivisti e cancellati dall’elenco. Se così fosse è quasi sicuro che usciranno dalla lista la Roma-Pescara e probabilmente anche la Orte-Falconara (Roma-Ancona), anche con la giustificazione che difficilmente a questo punto si potrebbero rispettare le scadenze previste.
Questa ipotesi però a quanto si apprende non getta nello sconforto la regione Abruzzo in quanto le autorità di Pescara confidano sul fatto che l’opera sarà comunque cantierata: è solo una questione di etichette se sarà avviata con i fondi del Pnrr, oppure con il Piano nazionale complementare o con il Fondo per lo sviluppo e la coesione. Ma ciò non toglie che i tempi rischiano di allungarsi ulteriormente.
Piermario Curti Sacchi