Una volta era conosciuto come trasporto pacchi ed era una delle attività più diffuse in ferrovia, e non solo in Italia. Ora questo servizio, in gran parte abbandonato, viene riproposto in chiave attuale con una più spiccata componente logistica e giocando la carta delle consegne veloci. L’ultimo esempio in questo senso viene dalla Gran Bretagna dove la società Rail Operations Group ha ripreso un servizio di consegne ad alta velocità, riportando il trasporto dei pacchi sulla scena ferroviaria. Il servizio per ora è proposto sulla relazione tra Glasgow e Londra in entrambi i sensi.
A gestire le spedizioni è la divisione Orion High Speed Logistics di Rail Operations Group, società fondata nel 2014 con lo scopo di entrare nel mercato dei trasporti ferroviari con proposte innovative. Il progetto della spedizione di colli ad alta velocità è stato avviato nel 2019, ma poi complice anche la pandemia, si è dovuto attendere gli ultimi mesi del 2021 per arrivare alla fase operativa. Obiettivo è trasportare la merce con treni veloci impostati alla velocità di 125 miglia orarie che corrispondono a poco più di 200 km/h.
In una prima fase il servizio è però affidato a elettrotreni classe 319 già adibiti al trasporto passeggeri e ristrutturati per il nuovo scopo, analogamente a quanto Mercitalia ha fatto con il servizio Fast sulla base di alcune carrozze dell’Etr 500. I nuovi convogli inglesi sono composti da otto elementi e sono politensione in modo da adattarsi ai due diversi sistemi in uso in Gran Bretagna, compresa l’alimentazione a terza rotaia. Il servizio viene proposto cinque giorni la settimana.
La ripresa del trasporto veloce dei pacchi viene visto con interesse anche da altri operatori logistici inglesi che potrebbero a breve entrare in questo mercato che viene giudicato profittevole e con una domanda potenzialmente ampia ma non servita. Nel Regno Unito da almeno un ventennio la logistica leggera è stata in gran parte acquisita dalle società di autotrasporto, quando l’eredità delle British Rail, già di proprietà pubblica, e in seguito alla liberalizzazione, non è stata raccolta da operatori ferroviari, salvo pochi esempi di nicchia.
Piermario Curti Sacchi