Un altro tassello è pronto per essere inserito nel piano di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie a servizio delle merci, soprattutto intermodali, lungo la riviera ligure di Ponente. L’obiettivo di Rfi è aumentare la capacità della linea che da Savona si collega al nodo genovese per incrementare le relazioni con il terminal container di Vado. A fine novembre 2021 è stata attivata la procedura di valutazione ambientale per un progetto all’apparenza circoscritto ma che sta a testimoniare come anche con interventi mirati si possono ottenere benefici significativi.
Il progetto riguarda la stazione di Cogoleto, località quasi baricentrica tra Genova e Savona. Qui i due binari di incrocio presenti (tecnicamente posti di movimento) verranno prolungati fino alla lunghezza di 750 metri (il binario dispari supererà addirittura gli 800 metri), per accogliere i treni merci a standard europeo. Per raggiungere questo risultato sono diversi gli interventi da mettere in atto anche per il contesto urbanistico e idrogeologico non semplicissimo.
Una volta conclusi questi lavori, lo scalo di Cogoleto diventerà una sorta di “polmone” a servizio dei treni merci tra Savona-Vado e il nodo genovese, dove si potrà raggiungere la pianura padana sia con il nuovo Terzo valico sia con la linea Succursale. Rfi ha già in corso interventi di potenziamento che riguardano Vado Zona Industriale e il Parco Doria dove entro il 2022 il controllo del traffico avverrà in modo flessibile e sicuro attraverso un apparato computerizzato (Acc) di nuova installazione. Contestualmente saranno recuperati alcuni binari inutilizzati per creare nuove aree di sosta per il traffico intermodale.
Gli investimenti in corso e programmati lungo il corridoio da Savona a Genova sembrano quindi escludere la possibilità, chiesta soprattutto dal Piemonte, d’intervenire su itinerari ferroviari alternativi, attualmente poco competitivi e che richiederebbero ingenti risorse per il loro ammodernamento e potenziamento. Da Savona, risalendo il colle di Cadibona, si raggiunge San Giuseppe di Cairo (via Altare e via Ferrania), ma con pendenze del 25 per mille (e singolarmente anche del 30 per mille), dove occorrono due locomotive in doppia trazione per trainare un treno fino a 1200 tonnellate.
Da San Giuseppe di Cairo attraverso Ceva si può risalire verso Torino, oppure proseguire su Acqui e Alessandria, itinerario più logico per collegare il porto di Savona con le direttrici nazionali o con il corridoio ferroviario attraverso la Svizzera. Anche qui però l’acclività è sfavorevole e la tratta, con caratteristiche da linea secondaria, è costellata da numerosissimi passaggi a livello. Torino inoltre senza la nuova linea con Lione e il tunnel di base del Moncenisio, resterebbe una relazione fine a sé stessa.
Piermario Curti Sacchi