Il ricordo di Rastatt ha generato un’eco che continua a farsi sentire anche a distanza di tempo, da quel 12 agosto 2017, quando il cedimento dei binari vicino alla località tedesca nel Baden-Württemberg ha comportato la chiusura della linea ferroviaria nella valle del Reno per 51 giorni e un danno per l’economia quantificato in due miliardi di euro. Per questo motivo, la Svizzera ha deciso che non si può contare solo sulla Germania e sulle sue ferrovie nelle relazioni verso i porti del Nord Europa. L’obiettivo è quello di poter contare non su un solo itinerario, ma su tratte ridondanti per i trasporti merci internazionali.
La Confederazione elvetica ha investito troppe risorse e riposto molte aspettative nei nuovi assi ferroviari transalpini, per aspettare fiduciosa che anche la Germania faccia lo stesso, potenziando i propri itinerari e adeguandoli ai transiti intermodali a grande sagoma. Così, subito dopo Rastatt, ha bussato alla Francia. Le ferrovie francesi, attraverso Sncf Réseau, il gestore della rete, non si sono tirate indietro, si sono subito messe all’opera e ora, come promesso, entro fine 2020 presenteranno una radiografia di quali tratte devono essere potenziate, insieme a una verifica di tutti gli interventi necessari.
Già nel 2021 questi dovrebbero essere integrati in un programma nazionale per il traffico merci. Sarà così possibile al più presto attuare un primo piano di dirottamento del traffico dal lato tedesco del Reno a quello francese. Da parte sua la Svizzera porrà mano al nodo di Basilea in modo da potenziare l’asse che dagli scali di St. Johann e St. Louis va verso la Francia, adeguando i tunnel di Kannenfeld e Schützenmatt, non ricompresi nei precedenti piani di intervento.
Già nel 2018, Sncf Réseau aveva avviato uno studio costi-benefici per l’intera rete ferroviaria francese con l’obiettivo di individuare gli assi prioritari da adeguare e ampliare al profilo standard P400 adatto al transito di semirimorchi con un’altezza agli spigoli di quattro metri. La verifica ha coinvolto anche l’itinerario ferroviario tra Calais, affacciata sullo stretto di Dover, e St. Louis, a nord di Basilea. In questo modo sarà possibile realizzare un corridoio continuo tra il Mare del Nord e il Mediterraneo da Calais a Basilea e quindi verso l’Italia senza limitazioni di sagoma. Il mosaico sarà completato dagli interventi preventivati entro il 2028 su tutte le linee italiane che convergono verso il Sempione nelle tratte non ancora adeguate.
Piermario Curti Sacchi