A venticinque anni di distanza dall’accordo di Lugano sottoscritto nel 1996 tra la Svizzera e la Germania sul traffico ferroviario, e dopo altre intese stipulate nel frattempo, l’ultima delle quali nel maggio 2019, i due Paesi hanno ritenuto opportuno sottoscrivere un nuovo accordo per confermare e ampliare gli impegni. Il tema è sempre lo stesso: il potenziamento del traffico ferroviario transfrontaliero. L’ultima intesa porta la data del 25 agosto 2021 e le firme della consigliera federale svizzera Simonetta Sommaruga e del ministro dei Trasporti tedesco Andreas Scheuer.
Appare chiaro come alla base di questa iniziativa ci sia la forte spinta della Svizzera, che intende valorizzare gli ingenti investimenti fatti sui corridoi ferroviari nel solco di una tradizione che punta molte carte sulla ferrovia, ma anche l’occasione per richiamare la Germania al rispetto dei propri impegni a suo tempo sottoscritti. E a Berlino non resta che prenderne atto e confermare nuovamente l’intenzione di ampliare la capacità delle tratte di accesso da nord al corridoio Alptransit.
Qualche risultato nel frattempo c’è stato. La Germania ha portato a quattro binari diversi tratti della ferrovia della valle del Reno tra Karlsruhe e Basilea (nonostante di mezzo ci sia stato l’incidente di Rastatt), inoltre tracce supplementari per i treni merci e ampliamenti selettivi, come nel nodo di Offenburg, hanno consentito un incremento della capacità, così come i tracciati tra Monaco e Ulm sono stati adeguati ed elettrificati. Anche dal punto di vista politico, il governo di Berlino e il Parlamento tedesco hanno fatto la loro parte approvando l’ampliamento integrale di tutto il corridoio del Reno, insieme ai necessari finanziamenti.
Ma anche l’accordo dell’agosto 2021, non trova una soluzione operativa a quello che è il vero nodo da risolvere: il cronoprogramma degli interventi in Germania. La data della conclusione dei lavori, già prevista per la fine del 2040, non viene aggiornata e quindi eventualmente anticipata, ma di fatto solo confermata. La nuova intesa che sostituisce integralmente quella del 1996, qualche spunto positivo comunque lo offre.
Sul fronte dell’ampliamento dell’infrastruttura, si presta maggiore attenzione alla collaborazione tra le due amministrazioni, prevedendo obiettivi comuni e un processo di pianificazione coordinato. Va colto anche l’impegno a intensificare la collaborazione nei settori della ricerca e dell’innovazione soprattutto nell’ottica della digitalizzazione della ferrovia. Inoltre si prevede di semplificare ulteriormente le procedure per il traffico transfrontaliero attraverso l’armonizzazione delle prescrizioni tecniche.
Piermario Curti Sacchi