L’asso nella manica l’ha estratto il Comune di Trento ed è la richiesta migliorativa più significativa emersa durante la fase di dibattito pubblico sulla circonvallazione ferroviaria del capoluogo trentino. La discussione sull’opera che rientra tra quelle previste come accesso a sud del tunnel di base del Brennero ha rappresentato il primo caso di applicazione del nuovo procedimento previsto per gli investimenti del Pnrr. Conclusa questa fase all’inizio di febbraio 2022, le osservazioni prescrittive saranno inserite nel protocollo d’intesa con la Provincia e Rfi e saranno portate nella conferenza dei servizi che dovrà dare il via al progetto definitivo della variante merci sotto la collina est che prevede una doppia galleria lunga 12 chilometri.
Il dibattito pubblico è stato piuttosto animato, con numerose voci critiche soprattutto da parte dei comitati locali. Al Comune è toccato oltre a un ruolo propositivo anche quello di sintesi e di interfaccia con i progettisti di Rfi. Sono otto le proposte avanzate dall’amministrazione locale, ma due in particolare incidono in modo significativo sull’infrastruttura. La prima è la richiesta di prolungare la galleria artificiale della nuova linea di circonvallazione merci verso nord per circa 150 metri, in modo da ridurre l’impatto ambientale senza compromettere le caratteristiche richieste al tracciato ferroviario per raggiungere lo scalo merci e quello dell’interporto.
L’altra proposta, la più rilevante avanzata su questo progetto e di grande portata, è la richiesta della predisposizione di due cameroni nella parte nord della galleria di Trento, in pratica un bivio sotterraneo all’altezza della fazione di San Donà per permettere il proseguimento del tunnel ferroviario in direzione nord verso Salorno. In questo modo i treni merci non diretti all’interporto trentino in prospettiva futura proseguiranno in galleria in direzione del Brennero, mentre lungo il tracciato previsto dalla circonvallazione transiteranno i soli treni merci diretti al terminal annullando sostanzialmente l’impatto sui territori a nord della città.
Con questa soluzione, addirittura il numero dei treni in transito sulla tratta a nord dell’ex scalo Filzi sarà inferiore a quello attuale anche dopo l’apertura del tunnel di base del Brennero. Si dovrà dunque predisporre fin da subito il tracciato per la continuazione a nord con un collegamento da Roncafort verso la linea merci in galleria con un bivio interrato nella stazione di Lavis. Per il Comune di Trento, d’intesa con la Provincia, il proseguimento verso Salorno in galleria è fondamentale per poter dare parere positivo alla realizzazione del progetto presentato da Rfi. Tra i vantaggi, c’è anche il fatto che non si rende necessario il quadruplicamento dei binari da Trento nord a Lavis.
La proposta avanzata dall’amministrazione locale, anche se sarà inserita nel progetto della circonvallazione, sarà messa in cantiere in una fase successiva e quindi non contestuale alla realizzazione della variante della linea storica prevista e finanziata con i fondi del Pnrr. Se è concesso un parallelismo, l’ipotesi avanzata da Trento è la stessa, poi realizzata effettivamente, di due cameroni di derivazione lungo il tunnel di base svizzero del Gottardo come risposta alle riserve espresse dal Canton Uri sul progetto originale.
La capacità dell’attuale linea ferroviaria del Brennero consente scarsi margini di crescita. La tratta che interessa il capoluogo trentino è percorsa mediamente da 175 treni al giorno, di cui 75 sono quelli merci. La nuova linea ad alta capacità con il tunnel di base sarà principalmente utilizzata per il trasporto merci e le quattro varianti prioritarie previste (con la Fortezza-Ponte Gardena già in cantiere) sono pensate per farvi passare tutto il traffico merci in transito.
Piermario Curti Sacchi