Il trasporto ferroviario delle merci lungo l'arco alpino cresce in valori assoluti, ma perde terreno nel confronto con la modalità stradale. Nonostante gli sforzi messi in atto dalle imprese ferroviarie, senza nuove infrastrutture appare difficile invertire i rapporti. Nel suo complesso il traffico sulle Alpi è in continua crescita, come si legge nell'analisi annuale condotta da DG Move (Commissione europea) insieme all'Ufficio Federale dei trasporti della Confederazione svizzera. L'indagine abbraccia tutti i 15 valichi alpini interessati dai trasporti di beni su strada e su rotaia.
Con 223,5 milioni di tonnellate, la quantità di merci trasportate attraverso le Alpi nel 2018 ha raggiunto un nuovo livello record con un incremento del 3,4%, pari a 7,4 milioni di tonnellate, rispetto al 2017. Quasi tutta la crescita (95%) nel traffico transalpino tra il 2017 e il 2018 si è registrata nel trasporto su strada. I volumi su gomma sono aumentati del 4,7% raggiungendo 153,7 milioni di tonnellate (un nuovo record), mentre i volumi su rotaia sono aumentati di appena lo 0,6% e sono arrivati a sfiorare i 70 milioni di tonnellate. Questo è un dato interessante, perché mette in luce un'apparente contraddizione nei numeri. Settanta milioni di tonnellate sono un livello mai raggiunto dalla ferrovia in termini assoluti, quindi un risultato positivo e significativo per gli sforzi delle imprese ferroviarie, ma nel confronto con la modalità stradale la partita appare impari. Insomma, ci sono più treni, ma gli altri crescono di più.
La quota della rotaia nel complesso del traffico merci transalpino ha continuato a diminuire e addirittura è scesa a un nuovo minimo storico, il 31,2% rispetto al 32,1% del 2017. In particolare, ha perso terreno in Austria, dove si è toccato il livello più basso mai registrato (27,8%) mentre in Francia prosegue la tendenza negativa, del resto già nota nel vivace dibattito sulla Torino-Lione, dove si attesta al 7,4%. In controtendenza, la solita Svizzera, è il caso di dire, dove la ferrovia gioca un ruolo da protagonista assoluto con una quota del 70,5%, il secondo livello più alto mai registrato (dopo il record nel 2016 con il 71%).
Qui gli investimenti sulle infrastrutture, associati a una gestione particolarmente efficiente e soprattutto a un fattore culturale, consentono questi risultati. I volumi di trasporto ferroviario attraverso le Alpi svizzere sono leggermente ripresi (del 2,9%) dopo un anno difficile, quel 2017 quando l'incidente di Rastatt e i lavori sulla linea internazionale di Luino avevano un po' frenato il traffico su rotaia. La nuova ferrovia del San Gottardo ha prodotto subito un risultato significativo con una crescita a due cifre del 13% su questo itinerario che potrà dare il meglio di sé solo a partire dalla fine del 2020. Dando uno sguardo alle diverse tecniche utilizzate lungo l'intero arco alpino, i trasporti combinati non accompagnati mostrano una forte crescita (6,2%), mentre il traffico tradizionale su carro è diminuito del 3,4%. Un'ulteriore battuta d'arresto per l'autostrada ferroviaria, la RoLa, che rappresentava solo il 7,3% del volume totale dei trasporti transalpini su rotaia, e ha visto una contrazione del 12%.
Piermario Curti Sacchi
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