Italia promossa, Francia bocciata, o al massimo rimandata a settembre. Il nostro Paese i compiti li ha fatti e magari non ha raggiunto il massimo dei voti, ma un sette pieno se lo merita tutto. Le pagelle così delineate sono quelle date idealmente da Iveta Radičová, coordinatrice europea responsabile del progetto ferroviario Torino-Lione in occasione della tre giorni dei Connecting Europe days a Lione, dal 28 al 30 giugno 2022. I giudizi riguardano lo stato attuale dei progetti delle rispettive tratte nazionali di accesso al tunnel del Moncenisio, e non la realizzazione della nuova galleria di base con la sezione transfrontaliera, in capo a Telt, che procede spedita. Il richiamo ufficiale tocca la Francia che dopo aver proposto all’inizio progetti visionari (non una, ma due nuove linee) ha inserito il freno a mano e non ha più aggiornato la propria tabella di marcia.
La tratta francese, tra Lione e Saint-Jean-de-Maurienne dove è previsto l’ingresso del tunnel di base, di competenza di Sncf Réseau, è stata oggetto di un’inchiesta pubblica nel 2012. Il progetto, già rivisto rispetto alle ipotesi iniziali fin troppo faraoniche, prevede la realizzazione di una linea mista passeggeri e merci da 220 km/h da Lyon Saint Exupéry a Chambéry e una linea dedicata al trasporto merci da Avressieux (avamposto savoiardo) a Saint-Jean-de-Maurienne, con un costo ipotizzato di 7,7 miliardi di euro.
A favore della Francia, occorre osservare che a differenza dell’Italia, la tratta nazionale di accesso al tunnel di base del Moncenisio ha uno sviluppo ben maggiore, circa 140 chilometri, un centinaio in più rispetto al progetto prospettato lato Italia in Piemonte. Anche se l’Europa finanzia la realizzazione delle tratte nazionali con un contributo aggiuntivo fino al 50%, in Francia tutt’ora ci si interroga sull’effettiva opportunità di investire somme così consistenti su un’opera che secondo i francesi avvantaggerebbe soprattutto l’Italia.
Non la pensa allo stesso modo La Transalpine, un’associazione francese di sostenitori istituzionali e imprenditoriali della nuova direttrice ferroviaria, impegnati in prima linea non solo nel promuovere questo investimento, ma nel vigilare che non ci siano battute d’arresto o passi falsi. Per esempio, recentemente La Transalpine ha accusato il governo francese di puntare sull’ammodernamento della Digione-Modane al posto della realizzazione della Torino-Lione, che secondo l’associazione rischia di essere accantonata dall’esecutivo a lavori in corso. Ecco perché appare del tutto giustificato il richiamo della coordinatrice europea Iveta Radičová, e che ritrova sulla stessa lunghezza d’onda Adina Vălean, commissaria europea ai Trasporti. Secondo l’Unione europea il corridoio Mediterraneo resta uno dei progetti prioritari da realizzare, per il quale non sono giustificati ritardi o ripensamenti, anche solo parziali.
Il progetto della tratta italiana è stato delineato nel corso dei lavori dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione. Si è scelto di procedere per fasi prioritarie. L’intervento approvato prevede di adeguare la linea esistente tra Bussoleno e Avigliana e da qui realizzare una nuova variante, per buona parte in galleria, verso Torino Orbassano, per un costo complessivo stimato in 1,8 miliardi di euro. Il progetto è stato sbloccato dal Governo italiano nel maggio 2021 e ora è nelle mani del commissario straordinario Calogero Mauceri che coordina l’intervento insieme a Rfi incaricata nel maggio 2022 della progettazione definitiva. Ecco perché l’Italia è stata promossa.
Piermario Curti Sacchi