Sarà lo sciopero più lungo dei ferrovieri tedeschi, che già alle 15:00 di lunedì 4 maggio sono scesi dai locomotori dei convogli merci e dalle 2:00 del 5 maggio fermeranno pure quelli dei treni passeggeri, per riavviarli solamente alle 9:00 di domenica 10 maggio. È lo sciopero più lungo delle ferrovie tedesche, indetto dal sindacato GDL a sostegno di una vertenza per l'aumento delle paghe del cinque percento e la riduzione dell'orario settimanale da 39 a 37 ore.
Il mondo della logistica sta cercando di affrontare lo sciopero, tenendo conto che in Germania una parte rilevante delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti viaggia su rotaia. Eric Schweitzer, presidente della Camera di Commercio (DIHK), prospetta linee di produzione ferme e magazzini vuoti, mentre per il presidente degli industriali, Dieter Schweer, questo sciopero è un "veleno". Le industrie più colpite dall'agitazione sono quelle chimiche, siderurgiche e automobilistiche. Basti pensare che ogni giorno viaggiano in treno 200mila tonnellate di acciaio e il colosso ThyssenKrupp porta su rotaia gran parte della sua produzione. Ora cerca alternative, ma l'offerta stradale e fluviale non riuscirà a colmare la domanda.
L'agitazione preoccupa seriamente non solo i vertici della società ferroviaria, ma lo stesso Governo, al punto che è intervenuta la stessa cancelliera Angela Merkel, definendo "incomprensibile" questo sciopero e aggiungendo che le parti devono trovare una soluzione per evitarlo. Finora, la Merkel non è mai intervenuta su vertenze sindacali. La Camera di Commercio della Germani stima che se lo sciopero avrà successo, potrà causare danni fino a 500 milioni di euro.
Deutsche Bahn cerca di ridurre l'impatto dello sciopero, cercando di offrire il maggior numero di convogli possibile e informare in tempo reale i passeggeri su ritardi e cancellazioni. A tale fine, si può consultare il sito web www.bahn.de/liveauskunft o telefonare al numero (tedesco) 08000 996633. Il responsabile di DB Logistics, Karl-Friedrich Rausch, ritiene che potrebbero restare operativi fino a due terzi dei convogli merci.
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