Frutta e verdura fresche viaggiano praticamente solo su strada, mentre i prodotti conservati possono essere distribuiti anche per ferrovia. Gli esempi non sono molti, ma qualche storia di successo è possibile registrarla. Come quella del gruppo Conserve Italia, il consorzio cooperativo con sede nella bolognese San Lazzaro di Savena, che si occupa di trasformazione alimentare, associa 14mila produttori agricoli e trasforma oltre 600mila tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali, che vengono lavorati in dodici stabilimenti produttivi (suoi i marchi storici come Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani).
Anche se la quota di trasporti intermodali nel loro complesso non è molto elevata, Conserve Italia utilizza questa modalità per circa il 20% delle merci spedite dal gruppo in un anno. Decisamente più significativa è invece la realtà se si prendono in considerazione alcune aree geografiche. Per esempio l'85% dei prodotti trasformati (pelati, vegetali e succhi di frutta) che ogni giorno raggiungono il Mezzogiorno d'Italia viaggia sui binari delle reti ferroviarie. Complessivamente in un anno (dati 2018) sono state spedite via treno 87.750 tonnellate di merci verso il sud, alle quali si aggiungono altre 46mila tonnellate all'estero, per un totale di oltre 133mila tonnellate.
La ferrovia è stata scelta da Conserve Italia già nel 1995, allora con gruppi di carri per la movimentazione e la consegna delle merci, per poi arrivare ai treni completi che ora attraversano tutta l'Italia nella sua lunghezza. Gli ordini vengono trasferiti via strada dai magazzini del gruppo fino all'interporto di Bologna che rappresenta l'hub per Conserve Italia. Da qui le merci a trazione Mercitalia Logistics con sette frequenze settimanali arrivano a Pomezia, Marcianise, Catania e Bari, le quattro piattaforme dalle quali gli ordini vengono inoltrati ai clienti finali attraverso la rete stradale.
Se l'Italia del centro-sud rappresenta per ora la quota più robusta di spedizioni intermodali, in proporzione la crescita maggiore è destinata ad arrivare attraverso l'estero. Delle 46mila tonnellate trasportare oltre confine, 17mila vanno verso la Francia percorrendo la ferrovia della riviera ligure di ponente. E sulla destinazione francese si prevede di chiudere il 2019 con un incremento del 35% del trasporto su rotaia.
Piermario Curti Sacchi
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