Solo il tempo dirà se alla base c’è una volontà seria di intervenire oppure il servizio merci sarà solo la classica foglia di fico per perorare la causa della riapertura all’esercizio della ferrovia tra Santhià e Arona. Su questa linea piemontese il servizio, di fatto solo passeggeri, è sospeso dal 17 giugno 2012 in quanto giudicato antieconomico dalla Regione. Dopo vari annunci e vari tentativi andati a vuoto, ora si prospetta un’ipotesi più concreta per la sua riapertura giustificata dal fatto di creare un itinerario alternativo tra il Piemonte occidentale e il Sempione.
La svolta, se di svolta si può parlare, si è avuta a fine novembre 2022 con un incontro tra le ferrovie ai massimi livelli con gli amministratori delegati del gruppo Fs e di Rfi, la Regione Piemonte e la Provincia di Novara. Curiosamente, a sostenere la riapertura della linea sono essenzialmente le amministrazioni pubbliche piemontesi, con la Regione in primo piano, la stessa che dieci anni prima ne aveva decretato la chiusura.
Per il ripristino della linea, per tutto questo tempo abbandonata a sé stessa, si dovranno eseguire diversi interventi di riqualificazione e anche ammodernamento, con costi valutati da Rfi in una forbice compresa tra 36 e 44 milioni di euro. Si prospetta di utilizzati i fondi legati al Pnrr, un Piano che assume sempre più il contorno di un portafoglio aperto a chi per primo riesce ad accedere. L’ipotesi per il ripristino del traffico ferroviario è fissata tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.
Prima della sospensione dell’esercizio la linea era interessata solo dal traffico passeggeri locale con un servizio minimo, fino a quando nel 2012 è stata inserita dalla Regione tra quelle da escludere dal contratto di servizio con Trenitalia per insufficienza di viaggiatori e assenza di traffico merci. Quest’ultimo invece è quello che ora viene chiamato in causa, insieme a quello turistico tra Torino e i laghi, per giustificare un intervento di ripristino così oneroso.
L’idea non è del tutto nuova. La riapertura al traffico commerciale della linea Santhià-Arona lunga 65 chilometri figurava all’interno delle dieci proposte progettuali per rilanciare la logistica contenute in un documento presentato nell’ottobre 2021 e messo a punto da Confindustria Piemonte con il contributo di Unioncamere e condiviso con la Regione. In questo caso si tratterebbe di proporre una nuova direttrice ferroviaria merci tra l’area torinese e il Sempione sullo sfondo del corridoio Reno-Alpi.
La Santhià-Arona non è l’unica linea ferroviaria piemontese sulla quale sono in atto riflessioni per un utilizzo sempre più specializzato a favore del traffico merci. In una prospettiva anche se non immediata in quanto non figura nel Piano commerciale Rfi 2022, verrà realizzato il raddoppio della tratta tra Novara e Oleggio che in quest’ultima località si dirama verso Arona da una parte e Sesto Calende dall’altra. E da Sesto Calende prende il via la linea internazionale che attraverso Luino conduce in Svizzera a Bellinzona, e quindi lungo l’asse del Gottardo.
A dispetto dell’intenso traffico merci che la percorre e nonostante gli investimenti per riqualificarla messi in atto anche con il contributo finanziario della Svizzera, questa direttrice resta a binario singolo con tutti i limiti del caso in termini di capacità e regolarità dell’esercizio. Ecco perché si prospetta l’ipotesi, non condivisa da tutti a livello locale, di destinarla solo al più ricco traffico merci, portando il servizio passeggeri tutto su gomma.
Piermario Curti Sacchi