Il porto di Trieste aumenta la sua capacità ferroviaria grazie alla riattivazione dei collegamenti con le stazioni di Aquilinia e Servola, diventata operativa il 6 settembre 2021. Questi due scali sono sorti rispettivamente negli anni Trenta e negli anni Sessanta del secolo scorso per lo sviluppo dell’area industriale giuliana (aree dell’ex Aquila e dell’ex ferriera di Servola). Vennero dismessi negli anni Novanta e oggi Rete Ferroviaria Italiana li riattiva non più per il trasporto di prodotti industriali e siderurgici, ma per quello delle merci che fanno capo al porto.
La riattivazione dei due scali avviene tramite una bretella ferroviaria lunga circa un chilometro fra l’ex Bivio San Giacomo e l’ex Bivio Canteri. In questo modo, “i treni delle diverse imprese ferroviarie in partenza da e per Servola potranno immettersi direttamente sulla linea di cintura di Trieste, senza dover effettuare manovre intermedie a Campo Marzio, che potrà contare su un incremento di capacità a servizio dei terminal raccordati nel Punto Franco Nuovo (moli V, VI, VII)”, spiega l’Autorità portuale in una nota. Nei giorni scorsi Adriafer, su richiesta di Rfi ha svolto con successo dei treni prova.
L’Autorità aggiunge che “un altro tassello si aggiunge così al riassetto complessivo della stazione di Trieste Campo Marzio, che al termine degli interventi previsti (investimento 112 milioni di euro) comprendenti anche l’attivazione del modulo merci da 750 metri, continuerà a essere, con le attuali stime di crescita, il primo scalo merci italiano per numero di treni”. Il collegamento ha richiesto un investimento di sette milioni e mezzo di euro e due anni di lavoro.