Ironia della sorte, a poche settimane di distanza dalla conclusione e dalla deposizione a dicembre 2020 dell’indagine delle Autorità competenti sull'incidente avvenuto sul ponte Great Belt il 2 gennaio 2019 (nella foto), quando un treno passeggeri delle Ferrovie danesi è stato colpito dai detriti di un convoglio merci in transito, uccidendo otto passeggeri e ferendone una ventina, si è riproposta una situazione del tutto analoga a metà gennaio 2021.
Questa volta senza conseguenze, forse perché comunque non ci sarebbero state oppure in parte grazie alla prontezza di un automobilista che ha avvistato un semirimorchio fuori sagoma su un treno merci e ne ha dato subito l’allarme. Il treno è stato immediatamente fermato subito dopo il ponte.
Identica la scena in cui si è svolto il fatto, la stessa dinamica e i protagonisti. Il ponte è il Great Belt che collega le due isole danesi di Selandia e di Fiona con un treno sempre di DB Cargo con un analogo carico proveniente dalla fabbrica di birra Carlsberg e diretto verso Odense. Il treno merci viaggiava alle velocità di 80 km/h secondo le disposizioni assunte dopo l’incidente del gennaio 2019 in caso di forte vento rispetto allo standard di 120 km/h.
Anche questa volta al centro dell’attenzione è un semirimorchio stradale non saldamente fissato a uno dei carri pocket in cui vengono trasportati. Secondo fonti danesi la stessa DB Cargo ha riscontrato anomalie sui perni di fissaggio altre sei volte dal momento dell’incidente nel 2019 a oggi. La cosa più preoccupante è che il carro interessato dall’anomalia è di tipo più moderno rispetto a quello utilizzato due anni fa.
Le indagini sul tragico evento del 2019 sono state approfondite. Dapprima era stata data la colpa al vento che aveva strappato una centina, ma non è stata assolutamente questa la causa, al massimo il vento ne ha aggravato le conseguenze. Le prove nella galleria del vento hanno dimostrato che il carico non avrebbe dovuto muoversi, se correttamente fissato al carro, nemmeno sotto la forza delle raffiche di vento registrate in quel momento. Il semirimorchio interessato dall’evento era vuoto, mentre altri semirimorchi sullo stesso treno sono stati trovati anch’essi sganciati ma rimasti fortunatamente in posizione solo grazie al peso del carico.
Le Autorità hanno analizzato le procedure di controllo nella formazione del convoglio e hanno riscontrato come fossero applicate correttamente. Questa conclusione ha scagionato DB Cargo da una responsabilità diretta, ma l’attenzione a questo punto si sposta sulle caratteristiche tecniche dei carri e in particolare sul sistema di lubrificazione del blocco dei perni di fissaggio, il quale nel tempo può rimanere incastrato e non assicurare più una corretta chiusura anche se all’apparenza non emerge nulla di anomalo.
Ovviamente stiamo parlando di casi limite, vista l’ampia diffusione di questo tipo di trasporto, ma il sospetto in alcuni casi specifici in cui compaiono dei malfunzionamenti è che i semirimorchi si possano sganciare transitando in velocità sui giunti di dilatazione delle rotaie o semplicemente anche su un deviatoio che presenta anomalie oltre il limite di tolleranza.
Piermario Curti Sacchi