Berlino e Vienna si stanno accordando sulla politica di transito lungo l'asse del Brennero, mentre Roma resta alla porta. È quanto emerge dall'incontro avvenuto il 25 luglio nella capitale tedesca tra i due ministri dei Trasporti, che hanno trovato un accordo su alcuni provvedimenti che intendono presentare entro il 31 ottobre all'Unione Europea con lo scopo di ridurre soprattutto i veicoli pesanti. L'incontro è stato chiesto dal ministro tedesco per convincere il suo omologo austriaco a eliminare, o almeno ridurre, i limiti per i veicoli pesanti attuati in modo unilaterale da Vienna. Al vertice erano presenti anche i ministri dei Trasporti della Baviera e del Tirolo austriaco. Monaco si oppone ai limiti tirolesi anche perché causano ingorghi sulla sua rete autostradale. Per esempio, durante la Pentecoste si sono formate code di 44 chilometri sul versante bavarese.
Uno dei provvedimenti riguarda l'aumento dei pedaggi autostradali, ipotesi che non è nuova ma che ora potrebbe concretarsi proprio grazie all'intesa tra i due Paesi e all'assenza dell'Italia. Potrebbe nascere un "pedaggio di corridoio" che vale da Monaco a Verona. Intanto, il Tirolo austriaco conferma il numero chiuso al transito dei veicoli industriali in alcuni giorni e i divieti di uscire dall'autostrada per evitare i imiti, tranne nel caso in cui i camion devono svolgere attività di carico e scarico. L'Austria stima che quest'anno viaggeranno sull'asse del Brennero due milioni e mezzo di veicoli pesanti, tra cui 700mila che allungano la strada rispetto alla Svizzera perché il transito in Austria costa meno.
Le altre misure prevedono una gestione "intelligente" del traffico pesante, che potrebbe essere attivato già dal 2020 tra il Brennero e Monaco di Baviera, e il trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia, anche se l'attuale linea ferroviaria presenta forti limiti, che potranno essere superati solo con la nuova galleria di base, che aprirà nel 2028. Ma i tedeschi sono indietro sul potenziamento della linea che conduce in Austria, di cui non si parla prima del 2038.
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