L'operazione partita questa mattina è chiamata Amalgama e ha dimensione nazionale, perché coinvolge persone residenti in Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. Tale estensione territoriale dipende dalle grandi opere coinvolte dall'indagine, che sono ai due estremi della Penisola: il Terzo Valico ferroviario tra Genova e Milano, il sesto macrolotto dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, cui si aggiunge il People Mover di Pisa per non trascurare neppure il Centro.
La Procura di Genova, che ha aperto il fascicolo, ritiene che le "condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto" rilevate in queste tre opere siano state attuate da un'unica organizzazione, che avrebbe come elemento comune un ingegnere che fino al 2015 è stato direttore dei lavori nei tre cantieri e da un imprenditore calabrese, ritenuto dagli inquirenti suo socio di fatto. Gli inquirenti ritengono che altre nove persone siano coinvolte in questa associazione, tra cui alcuni funzionari del consorzio Cociv, che ha la concessione dei lavori del Terzo Valico e che è guidato da Salini Impregilo. Tra gli arrestati ci sono anche il presidente e il vice-presidente del consorzio.
Gli inquirenti ritengono che l'ex direttore dei lavori avrebbe costretto le imprese che hanno vinto le commesse ad affidare i lavori in sub-appalto ad altre aziende indicate da lui stesso. Se non l'avessero fatto, le aziende avrebbero subito continue verifiche e controlli, che avrebbero comportato costi aggiuntivi e ritardi nella consegna dei lavori, con le conseguenti penali. Ma ci sarebbero anche casi di corruzione avvenuti direttamente durante le gare bandite dal general contractor.
I magistrati spiegano che durante l'indagine "è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal general contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l'assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte 'anomale' divenissero regolari in violazione ai principi della par condicio e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all'aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l'assegnazione all'unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa veniva accompagnata dal pagamento di una somma di denaro".
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