Il 15 ottobre è arrivata la risposta di Autostrade per l'Italia alla relazione della commissione istituita dal ministero dei Trasporti sulle cause del crollo del ponte Morandi ed è una presa di posizione dura verso le tesi ministeriali. Infatti, la società esprime "sconcerto e sorpresa" sulla ricostruzione dei verbali dell'audizione fatta dalla commissione ministeriale ai vertici della società e pubblicata il giorno stesso sul quotidiano La Repubblica, anche perché tali verbali non sono ancora stati consegnati alla società a un mese di distanza dalla loro redazion. Autostrade premette di avere offerto "fin dai momenti successivi alla tragedia la più ampia, trasparente e convinta collaborazione ad istituzioni ed autorità competenti".
Riguardo alle audizioni della commissione, Autostrade spiega che sulla base della richiesta di convocazione si doveva parlare della delibera del Consiglio d'amministrazione della società che aveva approvato l'intervento di retrofitting e le analisi sismiche completate o in corso di predisposizione sui viadotti con luce superiore ai trenta metri. In tale occasione, "l'amministratore delegato e il direttore centrale Operations, auditi dalla commissione, hanno fornito spiegazioni sui due punti oggetto di approfondimento". Però, continua la nota di Autostrade, "l'audizione è quasi immediatamente virata verso una serie di domande relative alle cause dell'evento, a temi tecnici e ad altri aspetti di dettaglio, rispetto ai quali i dirigenti hanno chiarito di non avere elementi di dettaglio, sui quali peraltro pende come noto un'indagine da parte della magistratura". Quindi, l'amministratore delegato della società ha chiesto una lista dettagliata di domande per poter fornire risposte tecniche, lista che "non è mai pervenuta alla società".
Autostrade afferma quindi che "la procedura impostata da parte della commissione è al di fuori di ogni regola: interrogatori senza verbale che vengono diffusi, modifica degli argomenti rispetto a quelli previsti dalla convocazione". Inoltre, "ancora più grave è la natura pregiudiziale delle conclusioni. Appena nove giorni dopo la sua piena costituzione, la commissione è giunta a suo dire non solo ad identificare le cause probabili del crollo, ma anche ad escludere qualsiasi responsabilità di chi ha contribuito alla elaborazione e approvazione del progetto di retrofitting. Una precocità di conclusioni che è stata censurata pubblicamente anche dalla Procura di Genova".
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