Con il cambio orario di metà dicembre 2020 e l’entrata in esercizio della galleria di base del Ceneri, si conclude la realizzazione della nuova ferrovia transalpina attraverso la Svizzera, conosciuta come progetto AlpTransit. A essere precisi si tratta di una prima fase, individuata con lo scopo di ottenere una “ferrovia di pianura” attraverso le Alpi, rinviando alcuni interventi e il quadruplicamento completo tra Chiasso e il nord della Svizzera. Stappata a dicembre la bottiglia di spumante, si partirà subito con nuovi cantieri, sia in Svizzera, sia in Italia. In particolare, il 3 settembre 2020 è stato sottoscritto un accordo tra Svizzera e Italia per una serie di interventi sull’asse del Lötschberg-Sempione.
Dopo aver investito, a fondo perduto, i primi 120 milioni di euro lungo la linea internazionale di Luino (e quindi verso il Gottardo), il Governo elvetico si appresta a destinare ulteriori 134,5 milioni per adeguare anche l’itinerario che riguarda Domodossola e il Sempione. La motivazione è molto semplice: con il dicembre 2020 si concludono puntualmente tutti gli interventi, ma solo quelli essenziali, previsti per adeguare i corridoi alpini per i treni merci intermodali senza limiti di sagoma e di lunghezza standard. Si tratta quindi di opere indispensabili, portate a conclusione, ma realizzate a macchia di leopardo. Per esempio, è stato escluso nella prima fase l’adeguamento piuttosto impegnativo della linea Arona-Stresa-Domodossola in quanto già disponibile la quasi parallela linea Novara-Borgomanero-Domodossola, seppur a singolo binario.
Gli interventi previsti ora riguardano quasi esclusivamente quello noto come “corridoio dei quattro metri”, che permette di trasportare su rotaia semirimorchi stradali con altezza agli spigoli di quattro metri e larghezza fino a 2,60 metri da Basilea a Chiasso e Luino, senza interruzione fino ai terminal di trasbordo nell’Italia del nord. Dopo aver adeguato già nei primi anni Duemila il tunnel storico del Sempione, i lavori tra il portale sud e Domodossola sono stati completati solo su uno dei due binari di corsa. Ora l’adeguamento avverrà su ulteriori segmenti. Verrà contestualmente raddoppiata anche la tratta di 2,5 chilometri tra lo scalo di Domo II e Domodossola.
Ma i lavori più impegnativi riguardano la linea tra Domodossola e Arona che a sud si dirama nei due itinerari di Sesto Calende e Novara. Qui, oltre a eliminare ostacoli per la sagoma sulle tratte a cielo aperto, come segnali, pensiline e linee di contatto, occorre intervenire su dodici gallerie che messe insieme raggiungono una lunghezza che sfiora i sei chilometri e che dovranno essere portate tutte al profilo P/C 80. Numerosi anche gli interventi previsti nelle stazioni per favorire l’incrocio dei treni merci. Obiettivo dell’intesa tra Italia e Svizzera è terminare i lavori entro il 2028 per un importo complessivo di 237,5 milioni di euro, dei quali 134,5 messi a disposizione da Berna a fondo perduto.
Piermario Curti Sacchi