Dieci persone sottoposte a provvedimenti cautelari (cinque in carcere e cinque ai domiciliari) e 31 indagati: è il bilancio dell'operazione Dama Nera, che ha scovato un giro di corruzione nella Direzione Generale dell'Anas. La Guardia di Finanza parla addirittura di "cellula criminale" per descrivere l'organizzazione che raccoglie funzionari e dirigenti dell'Anas, imprenditori, un avvocato, fino a giungere a Luigi Meduri, esponente del Partito Democratico e in passato presidente della regione Calabria e sottosegretario alle Infrastrutture, posto agli arresti domiciliari.
Per giungere all'esito di oggi, il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma ha usato gli stessi sistemi d'indagine usati per la Mafia, quindi intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese video, appostamenti, pedinamenti e, infine, perquisizioni. Tutto per provare reati molto gravi, come associazione per delinquere, corruzione per l'esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e voto di scambio. Secondo la Finanza, al centro dell'organizzazione ci sarebbero tre alti dirigenti dell'Anas. Siamo quindi ai vertici dell'azienda, con collaborazioni anche di funzionari intermedi.
La corruzione riguarderebbe lo sblocco di contenziosi avviati da imprese nei confronti dell'Anas, la velocizzazione di pagamenti, la mancata applicazione di penali o la concessione di fondi maggiorati in modo illecito. "In altri termini, le investigazioni hanno consentito di accertare come i predetti dipendenti pubblici si siano esclusivamente occupati di curare e favorire l'interesse particolare di imprenditori con cui, per ragioni d'ufficio, si interfacciavano, a completo discapito dell'interesse generale, riguardante la corretta edificazione di opere pubbliche strategiche per la collettività", spiega la Finanza.
I Finanzieri affermano di avere "ampiamente documentato" che per queste condotte illegali, i dipendenti dell'Anas hanno ottenuto non solo denaro, ma anche l'assunzione o l'affidamento di lavori in sub-appalto a persone a loro vicine. Le bustarelle erano definite nelle conversazioni con termini diversi, come "libri", "topolini" o "medicinali/antinfiammatori".
Sul versante imprenditoriale, sono indagati due imprenditori catanesi, cui la Finanza riferisce altrettante aziende di costruzioni, la Tecnis Spa e la Cogip Infrastrutture Spa, con sede legale a Tremestieri Etneo, in provincia di Catania. Il politico Luigi Meduri (già presidente della Regione Calabria e sottosegretario alle Infrastrutture del secondo Governo Prodi) "da un lato, ha sostenuto le illecite richieste degli imprenditori, dall'altro si è interessato per la corresponsione di indebite provviste di denaro da parte di questi ultimi in favore dei dipendenti pubblici investigati ed ha, altresì, richiesto alla dirigente dell'Anas l'assunzione e/o la riconferma dell'impiego presso l'azienda di due geometri di suo diretto interesse".
Tra le opere interessate dalla corruzione, gli investigatori segnalano la costruzione della Variante di Morbegno, in provincia di Sondrio, durante la quale i due imprenditori catanesi avrebbero ottenuto l'approvazione dall'Anas della cessione del ramo d'azienda della Ati costituita tra loro, che aveva vinto la gara, ad un'altra società di Sondrio. Operazione che non viene ritenuta lecita, perché può configurare una cessione di appalto. Sempre in questa opera, gli imprenditori avrebbero ottenuto la velocizzazione di alcuni pagamenti tramite un accordo bonario. La tangente di questa operazione ammonterebbe a 150mila euro, versate in sei rate.
Gli investigatori citano anche l'impresa di costruzioni Vidoni, che ha sede a Travagnacco, in provincia di Udine, che avrebbe ottenuto dai dirigenti indagati pagamenti "in via privilegiata rispetto ad altre imprese realizzatrici" per 275 milioni di euro, tra il 2006 e il 2014. In cambio, l'azienda avrebbe assunto una persona vicina a un dirigente dell'Anas inquisito. Altri avvisi di garanzia sono stati recapitati ai titolari della De Sanctis Costruzioni Spa di Roma e della Ricciradello Costruzioni di Roma.
L'inchiesta sfiora anche la Mafia. Infatti, il dirigente dell'Anas avrebbe "consigliato" ai titolari di un'azienda che ha vinto un appalto pubblico in Calabria di subappaltare alcuni lavori a ditte che fanno capo a imprenditori "già noti alle cronache giudiziarie per contiguità alla criminalità organizzata di stampo 'ndranghetista, i quali avrebbero garantito la necessaria sicurezza in un territorio ad alta densità mafiosa". Non solo: un dirigente inquisito avrebbe richiesto, per altri lavori nel Comune di Palizzi (Reggio Calabria) l'assunzione di operai e geometri ed avrebbe esercitato pressioni per assicurare la fornitura del calcestruzzo e del movimento terra a una sua persona di fiducia. Gli investigatori sottolineano che queste attività sono "notoriamente di interesse quasi esclusivo delle cosche di 'ndrangheta in quei territori".
L'indagine ha rilevato anche un episodio di voto di scambio: un dirigente dell'Anas avrebbe promesso un'assunzione di lavoro nella società, o in un'impresa ad essa collegata, a un soggetto calabrese in cambio del sostegno elettorale fornito a suo fratello, candidato alle elezioni in Calabria del novembre 2014.
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