La mattina del 18 aprile 2019 è apparsa la notizia che la Procura di Roma sta indagando sul sottosegretario ai Trasporti, Armando Siri, per avere avuto rapporti ancora da chiarire con una persona indagata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e dalla Dia. Dopo avere intercettato e pedinato questa persona, Vito Nicastri che opera nel settore dell'energia, è emerso che egli ha frequentato anche persone vicini alle istituzioni. I magistrati affermano che in alcune intercettazioni Paolo Arata (ex deputato di Forza Italia e anch'egli sotto indagine) afferma di avere voluto consegnare al sottosegretario 30mila euro per avere inserito una norma nel decreto di programmazione finanziaria del 2018 per ampliare i finanziamenti al cosiddetto "mini-eolico" retrodatando l'applicazione del provvedimento alla data della costituzione di alcune società di Nicastri. Norma che poi non è stata inserita nel documento governativo.
Gli inquirenti scrivono in un decreto di perquisizione che "Le investigazioni effettuate hanno svelato lo stretto collegamento tra Arata ed esponenti del partito della Lega, in particolare l'attuale sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, stimolato da Arata a promuovere una modifica regolamentare degli incentivi connessi al mini-eolico. Si tratta di un vicenda emersa nel presente procedimento, i cui relativi atti sono stati trasmessi successivamente alla Procura della Repubblica di Roma, ufficio con il quale è stato attivato ed è in corso un coordinamento investigativo". Siri si è dichiarato estraneo alla vicenda.
Dopo la notizia dell'indagine, il ministro per lo Sviluppo Economico e vice-presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ha dichiarato che "sarebbe opportuno che il sottosegretario Siri si dimetta. Gli auguro di risultare innocente e siamo pronti a riaccoglierlo nel Governo quando la sua posizione sarà chiarita". La Lega ha diffuso una nota in cui afferma di avere "piena fiducia nel sottosegretario Armando Siri, nella sua correttezza. L'auspicio è che le indagini siano veloci per non lasciare nessuna ombra". Nelle scorse settimane, Siri dichiarò di essere favorevole all'eliminazione dell'Autorità Anticorruzione Anac, perché l'Italia è l'unico Paese ad averla. In passato, il settimanale L'Espresso ha scritto che Siri aveva patteggiato una condanna a un anno e otto mesi per bancarotta fraudolenta della sua società Mediatalia per non avere pagato oltre un milione di euro d'imposte. Dopo quell'articolo, Siri dichiarò di non avere commesso il fatto.
Aggiornamento: Alle 12.30 del 18 aprile il ministero dei Trasporti ha diffuso una nota in cui annuncia il ritiro delle deleghe al sottosegretario Siri: "Alla luce delle indagini delle procure di Roma e Palermo, con il coinvolgimento della Direzione investigativa antimafia di Trapani, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario Armando Siri, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza. Secondo il Ministro, una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela".
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