Dopo avere premesso che "le indagini giudiziarie debbono fare il loro corso e fino all'ultimo grado di giudizio non si può certo gridare a condanne preventive", la presidente della Fita Cna, Cinzia Franchini, aggiunge che "oggi si pone al Ministero una macroscopica questione di opportunità politica su cui il Governo Renzi si gioca la carta della credibilità". Riferendosi all'arresto di Ercole Incalza - il potente dirigente del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che secondo gli inquirenti avrebbe coordinato un ingente giro di tangenti - e a ciò che emerge dalle intercettazioni telefoniche, Franchini aggiunge che "è necessario l'intervento dell'Esecutivo per un rinnovamento radicale e profondo nel Dicastero di Lupi che sovverta l'inamovibilità di centri di potere gestiti da politici e grandi burocrati".
Sul fronte delle indagini, oggi i magistrati hanno svolto il primo interrogatorio di garanzia a Ercole Incalza, durato un paio d'ore. Da quanto è emerso, l'ex-dirigente ha negato ogni accusa e ha dichiarato che con il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, sono avvenuti solamente "rapporti istituzionali". I pubblici ministeri di Firenze ritengono Incalza al centro di un sistema di corruzione basato su "condivisioni di faraoniche remunerazioni derivanti da incarichi professionali pilotati".
I pubblici ministeri descrivono il ruolo d'Incalza come una persona che "dirige con attenzione ogni grande opera controllandone l'evoluzione in ogni passaggio formale: è lui che predispone le bozze della legge obiettivo, è lui che, di anno in anno, individua le grandi opere da finanziare e sceglie quali bloccare e quali mandare avanti".
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