Il tunnel di base del Brennero va realizzato nei tempi previsti, senza ritardi, con la piena collaborazione delle imprese ed evitando il rinvio dei lavori ancora da avviare. Con un comunicato congiunto il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e il capitano del Land austriaco del Tirolo, Günther Platter, ritengono “inaccettabile l'ipotesi che la realizzazione del tunnel di base possa ritardare di qualche anno”. La nota diramata dall’ufficio stampa altoatesino il 22 ottobre 2020, a prima vista potrebbe sembrare un fulmine a ciel sereno, in quanto i continui progressi nei cantieri sono sempre stati costantemente comunicati dalla società di diritto europeo incaricata dei lavori, BBT, l’ultimo dei quali il 15 ottobre con l’avvio dello scavo con tecniche d’avanguardia sotto il fiume Isarco sul lato italiano.
Il comunicato congiunto si limita a un fermo richiamo senza, all’apparenza, indicare l’eventuale o gli eventuali responsabili di questi ipotetici ritardi. In realtà quelle poche righe firmate dai due principali enti territoriali coinvolti, un destinatario lo hanno ed è, anche senza fare nomi e cognomi, la stessa BBT Se. Occorre subito specificare che alla società concessionaria non verrebbe mossa alcuna contestazione di responsabilità, ma solo un invito a muoversi nella giusta direzione per evitare scelte che potrebbero pregiudicare la prosecuzione dei lavori e il rispetto dei tempi prefissati.
Vediamo di ricostruire la vicenda. Mentre i due lotti sul lato italiano procedono senza intoppi, anzi rispettando i tempi e mettendo in luce soluzioni tecnologiche da manuale, i lavori sul fronte austriaco sembrano funestati dalla cattiva sorte. In particolare, si tratta del lotto Pfons-Brennero, la sezione costruttiva più grande nell’area austriaca situata al confine con il lato italiano. Qui è previsto lo scavo di 50 chilometri di gallerie in tutto, sei anni di lavori, per un importo che sfiora il miliardo di euro. Il cantiere è stato avviato nel 2018 nella sua parte centrale per predisporre i cameroni dove alloggiare le frese meccaniche che dovrebbero procedere con gli scavi in entrambe le direzioni.
Ma basta dare uno sguardo all’avanzamento lavori, aggiornato settimanalmente da BBT, per notare come il cantiere non faccia passi avanti. Le “talpe” sono sempre lì, ferme, in attesa di aggredire la roccia. Tra le imprese appaltatrici e la società BBT è nato un contenzioso. Come spesso accade in questi casi è difficile dire se la contestazione nasce da fatti formali o sostanziali. In questo caso verrebbero messe in discussione le caratteristiche dei conci di calcestruzzo con i quali si riveste la galleria appena scavata. Ecco perché, se la contestazione riguarda questi anelli di cemento, direttamente posizionati dalle frese durante l’avanzamento, le stesse non possono partire.
BBT per superare la fase di stallo sarebbe orientata verso la risoluzione del contratto, ma questo comporterebbe una nuova gara d’appalto e il rischio concreto di ritardare i lavori. E “il ritardo di qualche anno”, da evitare a ogni costo, è proprio quello a cui fanno riferimento i presidenti dell’Alto Adige e del Tirolo, rivolti a BBT. Tra le righe si legge un invito, pressante, a trovare comunque un’intesa con le imprese appaltatrici, perché il destino di questo fondamentale corridoio ferroviario europeo non può essere legato alla discussione su un anello di cemento.
Piermario Curti Sacchi