Il Comitato San Cristoforo di Genova ha presentato al Tribunale la richiesta di sequestro preventivo della società Autostrade per l’Italia, come garanzia per il risarcimento dei danni causati dal crollo del ponte Morandi e dal successivo comportamento della società e “dall’utilizzo distorto dei proventi da pedaggi”. In quest’ultimo caso, il comitato sostiene che dovevano essere usati per la manutenzione e per nuove opere e invece sarebbero stati dirottati a una cassa di Atlantia (holding che controlla Autostrade) per pagare la stessa società autostradale. Il sequestro sarebbe giustificato perché i beni della società sono “proventi di un reato penale”.
Questa domanda di sequestro (dopo avere presentato un esposto all’inizio di maggio e a una relazione alla Commissione Trasporti e Ambiente della Camera) rappresenta un’azione legale diversa dalla richiesta di danni o di ristoro dei mesi scorsi. Ha infatti lo scopo di far quantificare le somme incassate con i pedaggi e che secondo il comitato non sarebbero state usate per eseguire le manutenzioni, come impone la concessione autostradale, bensì per remunerare dirigenti e azionisti.
“Con l’istanza per il sequestro di ASPI sappiamo benissimo di porci nella posizione di Davide che sfida Golia, ma la distorsione, che emerge anche da numerose intercettazioni, di fondi che avrebbero dovuto essere impegnati nella manutenzione, è così grave da richiedere misure estreme”, spiega Barbara Banchero, segretario generale Cna Genova, mentre il coordinatore ligure di Trasportounito, Giuseppe Tagnocchetti, aggiunge che “siamo consci di lanciare un guanto di sfida a un super-potere del Paese, ma non possiamo assistere passivamente al paradosso della vendita di Aspi a Cassa Depositi e Prestiti e quindi di nuovo a quello Stato che non ha verificato il corretto utilizzo dei pedaggi e non ha accertato per tempo le violazioni nell’espletamento della concessione”.
Il presidente di Assiterminal, Alessandro Ferrari sottolinea che “è il momento della resa dei conti anche nella chiave di poter effettivamente creare le premesse per coprire i danni enormi che il sistema trasportistico ligure, dai porti all’autotrasporto, continua a subire”. Al Comitato San Cristoforo aderiscono il Comitato Zona Arancione Ponte Morandi (che raccoglie i cittadini e imprese dei quartieri più direttamente danneggiati dal crollo del ponte), Assiterminal, Cna, Trasportounito e Usarci Sparci (Sindacato Ligure degli Agenti di Commercio) e che ha il sostegno del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi.